opera
Cavalletto a dondolo
categoria | Scultura |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | https://www.giulianastorino.com/ |
base | 48 cm |
altezza | 182 cm |
profondità | 70 cm |
anno | 2022 |
Cavalletto a dondolo, suona come un calembour, rievocando il cavallo a dondolo, non un semplice gioco sull’omofonia delle parole, bensì è parte di quel gioco più grande, senza tempo, che sfugge alle definizioni, muovendosi su registri diversi, che è l’arte stessa. Nella semplice forma del dondolo, una complessità di elementi archetipica che sintetizza la metafora dell’esistenza. La condizione oscillatoria è sinonimo di lentezza, di indugio, fa ritorno al corpo, il primo supporto da cui origina: la madre che culla il proprio figlio. È il risultato di una ricerca pregna di riflessioni sull’ origine dell’arte, saggiate attraverso il simulacro della pittura che ne è la sua manifestazione più radicata e collettiva, rivolta a uno degli elementi tecnici che ne ha accompagnato le età evolutive: il cavalletto da pittore. La contraddizione in termini di cui l’opera si fa portatrice, è l’impraticabilità della pittura data dalla base a dondolo; risulta dall’interruzione del mutuo accordo di equilibrio e staticità che ha unito in età moderna e talvolta nel contemporaneo, autore e opera, l’antinomia della tecnica pittorica e non solo. Disegno e scrittura, derivati dalla grafite e dall’inchiostro entrano in rapporto dialettico; si incarnano segno dopo segno nella nell’oggetto scultura, saturando la superficie del legno fino a realizzarne una seconda pelle. L’opera sonda le relazioni tra spazio, moto, segno e linguaggio, raccordando la progettualità sperimentale e l’eredità della tradizione storico artistica in una installazione corale che vede il moltiplicarsi del cavalletto, in tre elementi formalmente identici, ma diversi per materiali ed epidermide, adagiati in silenziosa conversazione sul pavimento rivestito da coperte isotermiche oro. Il dondolo, l’onda, la deriva nella dimensione sospesa di attesa e di slancio, di sentirsi parte dell’accadere in cui la sensualità della vita e il suo sfinimento possono coincidere. Il cavalletto è il testimone che resiste all’impermanenza del tempo, si fa atto di resistenza mentale e fisica. Il processo che evidenzio è quello del lavoro dell’artista lento, estenuante come un cilicio, teso alle problematiche del secolo di un’arte che non si limita a rappresentare qualcosa che la preesiste, ma a dar da pensare di nuovo.