opera
		Ciò che permane
		
		
		
	
| categoria | Altro | 
| soggetto | Astratto | 
| tags | |
| base | 150 cm | 
| altezza | 160 cm | 
| profondità | 0 cm | 
| anno | 2019 | 
Acrilico e pigmenti su carta.
Ciò che permane è il residuo di una trasmutazione e del tempo.
Una lavorazione lenta e costante in cui strato dopo strato, velatura dopo velatura, la materia cambia il suo aspetto. Lo sguardo scivola velocemente sulla superficie che lo richiama solo a tratti per rivelare la profondità che un oggetto bidimensionale può celare dietro l’apparenza. Nei margini, la carta finisce quasi nell’immateriale. I bordi sono fragili e leggeri, composti unicamente dall’incrostarsi dell’acrilico e dei pigmenti che si slegano dalla superficie di supporto. Così le estremità risultano appese ad un confine che in realtà non esiste, tra il colore e la carta.
L’opera si lascia così contemplare per scoprire la lentezza del tempo, della pennellata e dell’asciugatura. Più del colore o della carta stessi, è proprio il tempo ad essere il protagonista dell’opera, il motore immobile. E solo il tempo permetterà all’osservatore di scoprire i veri soggetti di questo lavoro: la fragilità, la profondità e il mutamento.
Ciò che permane è il residuo di una trasmutazione e del tempo.
Una lavorazione lenta e costante in cui strato dopo strato, velatura dopo velatura, la materia cambia il suo aspetto. Lo sguardo scivola velocemente sulla superficie che lo richiama solo a tratti per rivelare la profondità che un oggetto bidimensionale può celare dietro l’apparenza. Nei margini, la carta finisce quasi nell’immateriale. I bordi sono fragili e leggeri, composti unicamente dall’incrostarsi dell’acrilico e dei pigmenti che si slegano dalla superficie di supporto. Così le estremità risultano appese ad un confine che in realtà non esiste, tra il colore e la carta.
L’opera si lascia così contemplare per scoprire la lentezza del tempo, della pennellata e dell’asciugatura. Più del colore o della carta stessi, è proprio il tempo ad essere il protagonista dell’opera, il motore immobile. E solo il tempo permetterà all’osservatore di scoprire i veri soggetti di questo lavoro: la fragilità, la profondità e il mutamento.
 
	   
 
	   
							
						 
			   
					   
					  












 
    