opera
Clero medico
categoria | Pittura |
soggetto | Politico/Sociale, Figura umana |
tags | tecnocrazia, demagogia, normazione, condizionamento, pandemia, medicina, scienza |
base | 70 cm |
altezza | 60 cm |
profondità | 4 cm |
anno | 2020 |
olio su tela
La società odierna valorizza i comportamenti confidenziali: molte volte però essi mascherano un’occulta volontà di lusingare e irretire, blandendo le coscienze assopite di quanti hanno ormai derogato dall’esercitare le proprie facoltà critiche.
L’individuo che afferra con le mani la testa di un altro può essere in effetti un medico colto in atteggiamento di cura ma, metaforicamente, allude a chiunque possa e voglia manipolare i pensieri, le idee delle persone, imponendo la propria visione del mondo per influenzare le opinioni di quanti è in grado di raggiungere. Un gesto che cela un insinuarsi subdolo nelle coscienze di coloro che si affidano talvolta ingenuamente, talaltra perché privi di strumenti capaci di elaborare un approccio indipendente alla realtà o semplicemente di difendere da influssi esterni le proprie posizioni, ai propugnatori del pensiero dominante.
I due soggetti, quasi incatenati fra loro, diventano un unicum ormai inscindibile che vuole esprimere la difficoltà se non l’impossibilità di conservare nella società dei media un’effettiva autonomia di giudizio. Ciò è enfatizzato dalla coppia di figure che compaiono nel riquadro sulla sinistra, doppio fantasmatico degli umani, a cui è delegato il compito di fornire una chiave di lettura esplicita a quanto è raffigurato in termini realistici.
Il dipinto è una rielaborazione delle immagini propagandistiche diffuse dal regime khomeinista.
La società odierna valorizza i comportamenti confidenziali: molte volte però essi mascherano un’occulta volontà di lusingare e irretire, blandendo le coscienze assopite di quanti hanno ormai derogato dall’esercitare le proprie facoltà critiche.
L’individuo che afferra con le mani la testa di un altro può essere in effetti un medico colto in atteggiamento di cura ma, metaforicamente, allude a chiunque possa e voglia manipolare i pensieri, le idee delle persone, imponendo la propria visione del mondo per influenzare le opinioni di quanti è in grado di raggiungere. Un gesto che cela un insinuarsi subdolo nelle coscienze di coloro che si affidano talvolta ingenuamente, talaltra perché privi di strumenti capaci di elaborare un approccio indipendente alla realtà o semplicemente di difendere da influssi esterni le proprie posizioni, ai propugnatori del pensiero dominante.
I due soggetti, quasi incatenati fra loro, diventano un unicum ormai inscindibile che vuole esprimere la difficoltà se non l’impossibilità di conservare nella società dei media un’effettiva autonomia di giudizio. Ciò è enfatizzato dalla coppia di figure che compaiono nel riquadro sulla sinistra, doppio fantasmatico degli umani, a cui è delegato il compito di fornire una chiave di lettura esplicita a quanto è raffigurato in termini realistici.
Il dipinto è una rielaborazione delle immagini propagandistiche diffuse dal regime khomeinista.