opera
CONCHIGLIO – A mezzanotte un sasso e una conchiglia si incontrano
categoria | Pittura |
soggetto | Natura |
tags | |
base | 150 cm |
altezza | 200 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2024 |
CONCHIGLIO – A mezzanotte un sasso e una conchiglia si incontrano / At midnight a stone and a shell meet
2024
Olio su cartavetrata dimenticata
200x150 cm
“CONCHIGLIO – A mezzanotte un sasso e una conchiglia si incontrano” tenta da una parte di inseguire mentalmente quel filone romantico che si mischia al racconto, la magica mezzanotte, che separa passato-presente per gettarsi in un nuovo giorno, il futuro; dall’altro pone con lucidità e chiarezza la sintesi di due elementi opposti come il sasso e la conchiglia che uniti diventano metafora di altro, sconfiggendo quel dualismo che gli pone su due versanti, due antagonisti che invece qui, non solo si incontrano, ma si fondono tra loro.
Pittoricamente appare evidente l’obiettivo di ricercare tre pitture differenti. Una pittura per la conchiglia e la sua madreperla, attraente, principesca e luminosa che si stacca da una seconda pittura quella dei vortici, quasi scultori delle incrostazioni. Gesti che non sembrano più pittorici, ma vere impervie naturali, esseri che si aggrappano alla pittura stessa come qualcosa di esterno, come edera che si arrampica, ma che in realtà unisce i due protagonisti.
Infine il sasso, grezzo, malloppo di colore non asciutto, tocchi di materia indelicata, ammassata su sé stessa, quasi fosse stucco.
Un dialogo perenne, un contaminarsi che avviene non in una calma notte stellata né in una candida tela, ma in un supporto che lavora, estirpa, toglie e soprattutto consuma.
La cartavetrata infatti diventa il poetico contesto su cui combattono e si accarezzano i due protagonisti. Un supporto che diventa già pensiero.
Una base che si trasforma e che lavora in eterno. Non solo perché mentalmente la cartavetrata riconduce al lavorio di un operaio, ma persino il rumore di questa materia che toglie e lavora ci riconduce al suono delle onde che si scagliano contro gli scogli o il mare che giunge a riva e divora con calma la spiaggia.
Ed è così che in un supporto ruvido e graffiante come le intemperie, l’elegante e fragile conchiglia si unisce al solido e grezzo sasso come metafora di qualsiasi incontro amoroso.
Ciò che viene ostacolato non sempre si arrende.
A volte le difficoltà sono per alcuni la fonte da cui attingere nuove forze che rinvigoriscono e ci spingono verso l’inaspettato.
2024
Olio su cartavetrata dimenticata
200x150 cm
“CONCHIGLIO – A mezzanotte un sasso e una conchiglia si incontrano” tenta da una parte di inseguire mentalmente quel filone romantico che si mischia al racconto, la magica mezzanotte, che separa passato-presente per gettarsi in un nuovo giorno, il futuro; dall’altro pone con lucidità e chiarezza la sintesi di due elementi opposti come il sasso e la conchiglia che uniti diventano metafora di altro, sconfiggendo quel dualismo che gli pone su due versanti, due antagonisti che invece qui, non solo si incontrano, ma si fondono tra loro.
Pittoricamente appare evidente l’obiettivo di ricercare tre pitture differenti. Una pittura per la conchiglia e la sua madreperla, attraente, principesca e luminosa che si stacca da una seconda pittura quella dei vortici, quasi scultori delle incrostazioni. Gesti che non sembrano più pittorici, ma vere impervie naturali, esseri che si aggrappano alla pittura stessa come qualcosa di esterno, come edera che si arrampica, ma che in realtà unisce i due protagonisti.
Infine il sasso, grezzo, malloppo di colore non asciutto, tocchi di materia indelicata, ammassata su sé stessa, quasi fosse stucco.
Un dialogo perenne, un contaminarsi che avviene non in una calma notte stellata né in una candida tela, ma in un supporto che lavora, estirpa, toglie e soprattutto consuma.
La cartavetrata infatti diventa il poetico contesto su cui combattono e si accarezzano i due protagonisti. Un supporto che diventa già pensiero.
Una base che si trasforma e che lavora in eterno. Non solo perché mentalmente la cartavetrata riconduce al lavorio di un operaio, ma persino il rumore di questa materia che toglie e lavora ci riconduce al suono delle onde che si scagliano contro gli scogli o il mare che giunge a riva e divora con calma la spiaggia.
Ed è così che in un supporto ruvido e graffiante come le intemperie, l’elegante e fragile conchiglia si unisce al solido e grezzo sasso come metafora di qualsiasi incontro amoroso.
Ciò che viene ostacolato non sempre si arrende.
A volte le difficoltà sono per alcuni la fonte da cui attingere nuove forze che rinvigoriscono e ci spingono verso l’inaspettato.