Deposito di Pensieri

Deposito di Pensieri è un opera che rappresenta un muro: esso è interpretato come un archivio dove l'umanità ripone in continuazione memorie, gesti, pensieri. L'opera è un dittico composto da due sezioni, una più ampia e una seconda più ristretta, ma con uno sviluppo tridimensionale. La porzione più ampia rappresenta una superficie muraria dove si ritrovano brandelli di manifesti, sovrapposti l'uno all'altro, scritte sui muri, colori più o meno accesi: tutte esemplificazioni del tempo che scorre. La seconda presenta una cassetta delle lettere apposta e legata a una lastra di metallo con una scritta che recita "Deposito di Pensieri", vero e proprio invito all'osservatore a riporre dentro alla cassetta un pensiero, per aggiungere anche la sua umanità all'opera.

All'interno del percorso artistico di Pillino, l'opera si pone alla fine del periodo pittorico definito Presenze e all'inizio dei successivi Sipario di Pietra e Oltre il Limite del Muro. Pillino, nel periodo Presenze aveva riprodotto i Muri che vedeva nelle strade e che poi rielaborava con la sua immaginazione. Erano quadri su tela, per lo più 80x90 cm che indagavano temi sociali, politici e storici. I contrasti cromatici di queste tele-muro erano cornice o protagonista del messaggio pittorico portato dal muro. I periodi successivi vedono invece un totale cambio di tecnica e prospettiva. Le cornici di fanno di metallo, le superfici di cartapesta, affiorano i manifesti e il quadro si apre alla tridimensionalità con la spaccatura che pone in relazione il muro fittizio con quello reale.
Deposito di Pensieri è allo spartiacque dei Periodi: possiede già i manifesti, ha già una dimensione tridimensionale, ma non possiede ancora la spaccatura, rimanendo sospeso tra due momenti distinti della ricerca di Pillino.

L'opera, originariamente composta nel 1996, è in questa foto nella versione del 2015, a causa della parziale distruzione della versione originaria in seguito a un incidente.