opera
Once we get to the top – Dismantle
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Paesaggio, Astratto, Architettura |
tags | art residency, dismantle, postumano, installazione, Greg Jager, arte |
base | 500 cm |
altezza | 300 cm |
profondità | 500 cm |
anno | 2020 |
Polvere di gesso, spray, scala di metallo, struttura industriale
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Dismantle è un progetto che ha preso forma nel 2020 durante una residenza artistica a Ragusa, all’interno dell’ex stabilimento industriale A. Ancione. Una serie di interventi che si fondono con l’imponente archeologia industriale del ragusano e che pongono degli interrogativi sul tema dell’antropizzazione e sull’obsolescenza dei vorticosi cicli che hanno caratterizzato l’impronta umana nell’epoca industriale.
Il senso di potere economico e la sicurezza di un benessere garantito dalle risorse minerarie provenienti dal sottosuolo hanno fronteggiato in poco tempo l’obsolescenza tecnologica e l’ascesa di nuovi modelli economici, rendendo quelle imponenti e robuste strutture in ferro tutt’altro che resilienti. Come a simboleggiare il fallimento di un sistema capitalistico che ha tratto profitto dalle risorse naturali modificando il territorio e lasciando una pesante eredità sulle spalle delle nuove generazioni che dovranno progettare un’idea di futuro a partire da enormi catastrofi ambientali, economiche e politiche, ma secondo Mark Fisher “Siamo pervasi da questo realismo capitalista, ovvero dalla sensazione diffusa che non solo il capitalismo sia l’unico sistema politico ed economico oggi percorribile, ma che sia impossibile anche solo immaginarne un’alternativa coerente”.
Proprio sulla base di questo pensiero all’interno dell’area che un tempo aveva la funzione di insaccamento del gesso compare “Once we get to the top”. Il gesso ritrovato dall’artista dentro dei sacchi abbandonati è stato sparso sul pavimento dell’hangar. Le tracce generate dall'attraversamento dello spazio in modo del tutto casuale rivelano l’impronta umana; nel mezzo si trova una scala, sulla quale è possibile salire per evitare di sporcarsi i piedi con il gesso. L’oggetto in questione, privato della sua funzione originaria, diviene una metafora di ascensione. Non conducendo in alcun luogo, il fruitore, una volta arrivato in cima, si ritrova costretto a scendere, ad accogliere il collasso.
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Dismantle è un progetto che ha preso forma nel 2020 durante una residenza artistica a Ragusa, all’interno dell’ex stabilimento industriale A. Ancione. Una serie di interventi che si fondono con l’imponente archeologia industriale del ragusano e che pongono degli interrogativi sul tema dell’antropizzazione e sull’obsolescenza dei vorticosi cicli che hanno caratterizzato l’impronta umana nell’epoca industriale.
Il senso di potere economico e la sicurezza di un benessere garantito dalle risorse minerarie provenienti dal sottosuolo hanno fronteggiato in poco tempo l’obsolescenza tecnologica e l’ascesa di nuovi modelli economici, rendendo quelle imponenti e robuste strutture in ferro tutt’altro che resilienti. Come a simboleggiare il fallimento di un sistema capitalistico che ha tratto profitto dalle risorse naturali modificando il territorio e lasciando una pesante eredità sulle spalle delle nuove generazioni che dovranno progettare un’idea di futuro a partire da enormi catastrofi ambientali, economiche e politiche, ma secondo Mark Fisher “Siamo pervasi da questo realismo capitalista, ovvero dalla sensazione diffusa che non solo il capitalismo sia l’unico sistema politico ed economico oggi percorribile, ma che sia impossibile anche solo immaginarne un’alternativa coerente”.
Proprio sulla base di questo pensiero all’interno dell’area che un tempo aveva la funzione di insaccamento del gesso compare “Once we get to the top”. Il gesso ritrovato dall’artista dentro dei sacchi abbandonati è stato sparso sul pavimento dell’hangar. Le tracce generate dall'attraversamento dello spazio in modo del tutto casuale rivelano l’impronta umana; nel mezzo si trova una scala, sulla quale è possibile salire per evitare di sporcarsi i piedi con il gesso. L’oggetto in questione, privato della sua funzione originaria, diviene una metafora di ascensione. Non conducendo in alcun luogo, il fruitore, una volta arrivato in cima, si ritrova costretto a scendere, ad accogliere il collasso.