opera
End to End
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto |
tags | |
base | 600 cm |
altezza | 250 cm |
profondità | 400 cm |
anno | 2019 |
End to End, “da un capo all’altro” la sua traduzione letterale, pone le basi per un collegamento tra passato e presente, inizio e fine. L’inizio può essere letto tra le pagine del libro “Neanche gli dei” di Isaac Asimov che ha permesso all’artista di riflettere sul concetto di linguaggio, inteso come un codice alfabetico: una struttura di segni ordinati destinati a costruire una comunicazione tra popoli diversi. Quello messo in atto da Cardarelli è stato un lavoro meticoloso, un ritaglio virtuale costante dove ciò che potrebbe apparire come uno scarto assume invece le sembianze di un elemento fondante che individua nella precisione e nel rigore l’unicità di questo lavoro.
End to End è stato presentato nella sua fase progettuale all’interno di uno studio d’artista componendosi di una proiezione video, una traccia audio e quattro sculture/sedute. Sulla parete sono state proiettate, una di seguito all’altra, le ventisei lettere nere su fondo bianco disegnate a mano dall’artista (e successivamente riproposte in formato digitale) mentre il pubblico era invitato a prenderne parte come se fosse all’interno di sala cinematografica.
Le sedute, realizzate in legno, riprendono nella forma i dettagli della struttura di quattro lettere e, poste a terra, creano una sorta di paesaggio fuori dal tempo, una connessione da “un capo all’altro” dello schermo. I tratti delle lettere che apparivano a parete cambiavano forma generando altre lettere, figlie sempre di quella precedente ma mai uguali e, come in un gioco di specchi, lo spettatore entrava con lo sguardo ma anche con il corpo cercando di posizionarcisi all’interno, mediante le sedute. Non sono solo il tatto e la vista ad essere coinvolti ma anche l’udito, che viene richiamato dal suono generato dalla conversione del disegno in audio, mediante un software che lascia percepire quell’alfabeto come un codice sempre più bisognoso di essere decifrato. E’ così che il titolo, End to End, assume anche una veste crittografica, il sistema di comunicazione cifrata nel quale solo le persone che stanno comunicando possono leggere i messaggi escludendo un eventuale terzo. In un momento storico come quello attuale, in cui l’arte necessita di essere anche linguaggio, il lavoro di Francesco Cardarelli diventa uno strumento prezioso nelle mani del pubblico, in grado di riattivare un gesto spontaneo di condivisione oltre che di scrittura, fatta in questo caso di funzioni e simboli. La lettera diventando forma scultorea si fa materia, assume un vero e proprio peso fisico e diventa quasi impossibile non vederla, non ascoltarla. E’ così che, se l’arte stessa è un alfabeto da decifrare, quello di Francesco Cardarelli è uno di quelli possibili; un nuovo linguaggio artistico sul quale innestare nuove forme e idee. (testo di Michela Murialdo)
Edizione unica.
Tecnica: assemblaggio, post produzione audio video, computer grafica, disegno geometrico.
Materiale: proiettore video, coppia diffusori monitor audio, legno.
End to End è stato presentato nella sua fase progettuale all’interno di uno studio d’artista componendosi di una proiezione video, una traccia audio e quattro sculture/sedute. Sulla parete sono state proiettate, una di seguito all’altra, le ventisei lettere nere su fondo bianco disegnate a mano dall’artista (e successivamente riproposte in formato digitale) mentre il pubblico era invitato a prenderne parte come se fosse all’interno di sala cinematografica.
Le sedute, realizzate in legno, riprendono nella forma i dettagli della struttura di quattro lettere e, poste a terra, creano una sorta di paesaggio fuori dal tempo, una connessione da “un capo all’altro” dello schermo. I tratti delle lettere che apparivano a parete cambiavano forma generando altre lettere, figlie sempre di quella precedente ma mai uguali e, come in un gioco di specchi, lo spettatore entrava con lo sguardo ma anche con il corpo cercando di posizionarcisi all’interno, mediante le sedute. Non sono solo il tatto e la vista ad essere coinvolti ma anche l’udito, che viene richiamato dal suono generato dalla conversione del disegno in audio, mediante un software che lascia percepire quell’alfabeto come un codice sempre più bisognoso di essere decifrato. E’ così che il titolo, End to End, assume anche una veste crittografica, il sistema di comunicazione cifrata nel quale solo le persone che stanno comunicando possono leggere i messaggi escludendo un eventuale terzo. In un momento storico come quello attuale, in cui l’arte necessita di essere anche linguaggio, il lavoro di Francesco Cardarelli diventa uno strumento prezioso nelle mani del pubblico, in grado di riattivare un gesto spontaneo di condivisione oltre che di scrittura, fatta in questo caso di funzioni e simboli. La lettera diventando forma scultorea si fa materia, assume un vero e proprio peso fisico e diventa quasi impossibile non vederla, non ascoltarla. E’ così che, se l’arte stessa è un alfabeto da decifrare, quello di Francesco Cardarelli è uno di quelli possibili; un nuovo linguaggio artistico sul quale innestare nuove forme e idee. (testo di Michela Murialdo)
Edizione unica.
Tecnica: assemblaggio, post produzione audio video, computer grafica, disegno geometrico.
Materiale: proiettore video, coppia diffusori monitor audio, legno.