opera
Exercises on Foucault
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Figura umana |
tags | costrizione, Foucault, mancino, esercizio, cerimonia, controllo, corpo, scrittura, suono |
base | 400 cm |
altezza | 200 cm |
profondità | 300 cm |
anno | 2016 |
Installazione: tenda in lino, quaderno, foglio, suono
1 copia
Il punto di partenza è il testo “Sorvegliare e punire” che ho voluto incarnare, partendo da un dato biografico: sono una mancina corretta. Durante il periodo di Residenza, ho messo in atto un esercizio mirato, costante e regolare con l’obiettivo di recuperare l’uso della mano sinistra trascrivendo parti del testo, che sentivo profondamente connesse al tema del controllo e della messa a norma del corpo. Ho prodotto un quaderno dalla scrittura infantile e ho fissato al muro, sopra la scrivania dove ho lavorato, il primo tentativo goffo e storto. Lentamente, la stanza in cui ho dormito e lavorato ha assunto i tratti della cella di un convento, di un collegio o di una prigione, ambienti esplorati dal testo di Foucault. Sulla tenda d'accesso, ho ricamato la frase “La sola cerimonia veramente importante è quella dell’esercizio”, estrapolata dal testo. Per rendere palpabile l’esercizio, ho utilizzato il suono della scrittura sia destra che mancina in un crescendo distorto che evidenzia il conflitto e il continuo alternarsi di parti del corpo alla ricerca di una relazione l’una con l’altra. Il pavimento in legno assorbiva e rendeva le vibrazioni percettibili con la pianta dei piedi.
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Il punto di partenza è il testo “Sorvegliare e punire” che ho voluto incarnare, partendo da un dato biografico: sono una mancina corretta. Durante il periodo di Residenza, ho messo in atto un esercizio mirato, costante e regolare con l’obiettivo di recuperare l’uso della mano sinistra trascrivendo parti del testo, che sentivo profondamente connesse al tema del controllo e della messa a norma del corpo. Ho prodotto un quaderno dalla scrittura infantile e ho fissato al muro, sopra la scrivania dove ho lavorato, il primo tentativo goffo e storto. Lentamente, la stanza in cui ho dormito e lavorato ha assunto i tratti della cella di un convento, di un collegio o di una prigione, ambienti esplorati dal testo di Foucault. Sulla tenda d'accesso, ho ricamato la frase “La sola cerimonia veramente importante è quella dell’esercizio”, estrapolata dal testo. Per rendere palpabile l’esercizio, ho utilizzato il suono della scrittura sia destra che mancina in un crescendo distorto che evidenzia il conflitto e il continuo alternarsi di parti del corpo alla ricerca di una relazione l’una con l’altra. Il pavimento in legno assorbiva e rendeva le vibrazioni percettibili con la pianta dei piedi.