opera
Find Two
categoria | Scultura |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | cocacola, quadroscultura, marble, artista, reperto, archeologia, ricordi, passato |
base | 31 cm |
altezza | 32 cm |
profondità | 3 cm |
anno | 2020 |
Quadro/scultura in marmo Calacatta - resina e lattina (opera unica)
Un corso di paleontologia fatto nel periodo scolastico è riemerso alla memoria dopo aver letto un articolo che parlava di reperti trovati vicino a casa mia.
Il monile, chiodo, moneta o fibbia estratto dal terreno dal gitante col metal detector nel cestino della scampagnata non è reperto.
La statuetta, spada, mosaico o coppa venduta sul mercato antiquario ed esposta in salotto o in giardino non è reperto.
Il reperto assume il suo valore a seconda del contesto in cui viene rinvenuto, dell’associazione con altri reperti o dati, e il suo significato viene influenzato dall’intenzione e dal metodo di chi lo trova, dalle domande che fa a se stesso chi lo interroga.
L’archeologia, ad esempio, non fa differenza tra reperti belli e brutti, tra la venere e il frammento.
La comunicazione archeologica contemporanea si preoccupa di far superare anche al pubblico il “feticismo del reperto”, distogliendo l’attenzione dall’oggetto in sé e riportandola alla storia delle donne e degli uomini che l’hanno prodotto, venduto, ammirato, usato, scambiato, a volte distrutto e dimenticato.
Il sogno di ogni artista, ovviamente anche il mio è lasciare un’impronta indelebile del proprio percorso, in questo caso c’è molto di più!
Un corso di paleontologia fatto nel periodo scolastico è riemerso alla memoria dopo aver letto un articolo che parlava di reperti trovati vicino a casa mia.
Il monile, chiodo, moneta o fibbia estratto dal terreno dal gitante col metal detector nel cestino della scampagnata non è reperto.
La statuetta, spada, mosaico o coppa venduta sul mercato antiquario ed esposta in salotto o in giardino non è reperto.
Il reperto assume il suo valore a seconda del contesto in cui viene rinvenuto, dell’associazione con altri reperti o dati, e il suo significato viene influenzato dall’intenzione e dal metodo di chi lo trova, dalle domande che fa a se stesso chi lo interroga.
L’archeologia, ad esempio, non fa differenza tra reperti belli e brutti, tra la venere e il frammento.
La comunicazione archeologica contemporanea si preoccupa di far superare anche al pubblico il “feticismo del reperto”, distogliendo l’attenzione dall’oggetto in sé e riportandola alla storia delle donne e degli uomini che l’hanno prodotto, venduto, ammirato, usato, scambiato, a volte distrutto e dimenticato.
Il sogno di ogni artista, ovviamente anche il mio è lasciare un’impronta indelebile del proprio percorso, in questo caso c’è molto di più!