opera
Flying Carpet
categoria | Installazione |
soggetto | Viaggi, Astratto |
tags | #fiber#textile |
base | 220 cm |
altezza | 120 cm |
profondità | 3 cm |
anno | 2020 |
FLYING CARPET
Bergamo – Bologna – Policoro – ecco che dopo 13 h e 59 min arrivai a Rotondella.
Gli ultimi 20 km di strada mi permisero di intravedere il Paese, dalla forma alquanto particolare, quasi una piccola roccaforte dalla forma circolare che domina su di un territorio incontaminato. A tale vista, sentì l’adrenalina scorrere in tutto il corpo, l’entusiasmo di raggiungere Rotondella, fino a prima terra sconosciuta, misto al desiderio di scendere da Marino Bus faceva da padrone e non appena arrivai a destinazione mi precipitai al Balcone dello Ionio.
La stanchezza inflittami dal viaggio svanì, il paesaggio che si aprì innanzi ai miei occhi mi lasciò pietrificato, riuscivo a scorgere tutto il Golfo di Taranto, mi trovavo al centro della Basilicata, con alle mie spalle il Parco del Pollino, alla mia destra la Calabria e alla mia sinistra la Puglia.
Il mio sguardo si spostava da un posto all’altro, saltava dalle terre agricole ricche di Albicocche alle terre argillose simili a crateri lunari, mi lasciavo trasportare, osservando i piccoli centri abitati, piccole macchie bianche qua e là. Cercavo di orientarmi, cercando di stabilire la mia posizione geografica, a pochi chilometri vedevo Policoro e Nova Siri, se mi fossi girato avrei veduto Montalbano e Tursi, avevo un campo visivo a 360 °, uno spettacolo degno del nome Balcone dello Ionio.
All’improvviso il mio sguardo fu catturato da un puntino luminoso che si muoveva liberamente nel cielo, con movimenti fluidi e dolci, facendosi cullare dal vento; si spostava tra le nuvole, danzava nel blu del cielo sorvolando Rocca Imperiale e Quel Paese, dal detto “vai a quel paese “, meglio noto come Colobraro. All’improvviso quel bagliore si fece sempre più vicino, si spostava a grande velocità verso di me, quando, come d’incanto, si svelò ai miei occhi un tappeto volante, dai colori che caratterizzavano le terre locali, i marroni dei campi coltivati, i verdi della macchia mediterranea, il blu del mare e del cielo, un insieme di colori armoniosi.
Inaspettatamente come colpito da un incantesimo mi trovai sopra il tappeto, iniziammo a volare sopra Rotondella, dall’alto vedevo ancora meglio la forma particolare che la contraddistingue, il tappeto mi trasportava tra le piccole e strette vie del paese, riuscivo a cogliere gli stretti legami che c’erano tra gli abitanti, la grande ospitalità delle persone; il tappeto si muoveva come una farfalla, il suo moto era uniforme, ci spostavamo di casa in casa, di famiglia in famiglia, osservavo tutte le trame e relazioni che con il tempo si erano instaurate tra le persone, legami di amicizia, di consapevolezze, di discordie che avevano costruito la comunità del paese. Volavo leggero, libero da ogni pensiero negativo, la serenità ed il voler conoscere il posto mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo, quando il tappeto mi riportò dove mi aveva trovato, sul Balcone dello Ionio. Il tappeto mi lasciò, si liberò nel cielo puntando verso l’orizzonte e come un colpo di fulmine svanì. Era passata una settimana, quando capì che il tappeto intrecciato dalla collettività del paese, mi aveva inserito nella sua trama, nella vita della comunità di Rotondella.
Bergamo – Bologna – Policoro – ecco che dopo 13 h e 59 min arrivai a Rotondella.
Gli ultimi 20 km di strada mi permisero di intravedere il Paese, dalla forma alquanto particolare, quasi una piccola roccaforte dalla forma circolare che domina su di un territorio incontaminato. A tale vista, sentì l’adrenalina scorrere in tutto il corpo, l’entusiasmo di raggiungere Rotondella, fino a prima terra sconosciuta, misto al desiderio di scendere da Marino Bus faceva da padrone e non appena arrivai a destinazione mi precipitai al Balcone dello Ionio.
La stanchezza inflittami dal viaggio svanì, il paesaggio che si aprì innanzi ai miei occhi mi lasciò pietrificato, riuscivo a scorgere tutto il Golfo di Taranto, mi trovavo al centro della Basilicata, con alle mie spalle il Parco del Pollino, alla mia destra la Calabria e alla mia sinistra la Puglia.
Il mio sguardo si spostava da un posto all’altro, saltava dalle terre agricole ricche di Albicocche alle terre argillose simili a crateri lunari, mi lasciavo trasportare, osservando i piccoli centri abitati, piccole macchie bianche qua e là. Cercavo di orientarmi, cercando di stabilire la mia posizione geografica, a pochi chilometri vedevo Policoro e Nova Siri, se mi fossi girato avrei veduto Montalbano e Tursi, avevo un campo visivo a 360 °, uno spettacolo degno del nome Balcone dello Ionio.
All’improvviso il mio sguardo fu catturato da un puntino luminoso che si muoveva liberamente nel cielo, con movimenti fluidi e dolci, facendosi cullare dal vento; si spostava tra le nuvole, danzava nel blu del cielo sorvolando Rocca Imperiale e Quel Paese, dal detto “vai a quel paese “, meglio noto come Colobraro. All’improvviso quel bagliore si fece sempre più vicino, si spostava a grande velocità verso di me, quando, come d’incanto, si svelò ai miei occhi un tappeto volante, dai colori che caratterizzavano le terre locali, i marroni dei campi coltivati, i verdi della macchia mediterranea, il blu del mare e del cielo, un insieme di colori armoniosi.
Inaspettatamente come colpito da un incantesimo mi trovai sopra il tappeto, iniziammo a volare sopra Rotondella, dall’alto vedevo ancora meglio la forma particolare che la contraddistingue, il tappeto mi trasportava tra le piccole e strette vie del paese, riuscivo a cogliere gli stretti legami che c’erano tra gli abitanti, la grande ospitalità delle persone; il tappeto si muoveva come una farfalla, il suo moto era uniforme, ci spostavamo di casa in casa, di famiglia in famiglia, osservavo tutte le trame e relazioni che con il tempo si erano instaurate tra le persone, legami di amicizia, di consapevolezze, di discordie che avevano costruito la comunità del paese. Volavo leggero, libero da ogni pensiero negativo, la serenità ed il voler conoscere il posto mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo, quando il tappeto mi riportò dove mi aveva trovato, sul Balcone dello Ionio. Il tappeto mi lasciò, si liberò nel cielo puntando verso l’orizzonte e come un colpo di fulmine svanì. Era passata una settimana, quando capì che il tappeto intrecciato dalla collettività del paese, mi aveva inserito nella sua trama, nella vita della comunità di Rotondella.