opera
GREEN EYES
categoria | Scultura |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | |
base | 500 cm |
altezza | 300 cm |
profondità | 30 cm |
anno | 2018 |
Occhi verdi, i miei occhi verdi sul mondo. Verde come il colore della natura che oggi più che mai viene sfruttata anziché rispettata.
Uno sguardo immobile sulla società e su ciò che accade intorno a noi.
Occhi spalancati, ma congelati. Occhi plastificati perché riflettono il mondo che ci circonda. Occhi spalancati, ipnotizzati da quello che sono
vedere, ma mai chiuso. Affrontano quella stessa realtà guardando lo spettatore che non può non specchiarsi in loro come reazione al
mondo in cui stiamo vivendo.
L'occhio plastico e plasticizzante unisce dunque denuncia e riflette la nostra parte interiore, come monito severo e accusatore. La plastica invade le nostre vite e l'ambiente, diventando occhio - il nostro organo di contatto con il mondo esterno - prende simbolicamente il posto della natura anche nel nostro corpo. Uno sguardo penetrante può persino diventare insopportabile. L'occhio di plastica simboleggia l'indifferenza in cui rischiamo
cadente. Ma l'occhio dell'artista è sempre aperto perché non deve solo sottolineare una situazione pericolosa e critica, deve essere anche un
respiro di speranza.
Occhi, coscienti di ciò che accade intorno a loro e pronti a decifrare la realtà per individuare un nuovo atteggiamento che possa portare al salvatore dell'ambiente e quindi dell'umanità stessa.
Così come nel film “Spellbound” di Alfred Hitchcock le scene del sogno con la scenografia surrealista con gli occhi cadenti disegnati da Salvador Dalì o l'occhio ne “Il falso specchio” di Magritte.
In tutte le civiltà gli occhi hanno avuto un ruolo divino, ex-voto, talismanico, magico, sacro, diventando lo sguardo, l'interfaccia tra l'esterno
mondo e il mondo interiore di una persona.
Tutti i pezzi Green Eyes sono realizzati in plexiglass (pmma polimetilmetacrilato), un materiale riciclato dalle industrie, dipinto a mano con colori a smalto. Le ciglia sono realizzate con il materiale di scarto delle fascette in nylon utilizzate per Il volo polimerico. Nulla viene scaricato, tutto viene riciclato.
Uno sguardo immobile sulla società e su ciò che accade intorno a noi.
Occhi spalancati, ma congelati. Occhi plastificati perché riflettono il mondo che ci circonda. Occhi spalancati, ipnotizzati da quello che sono
vedere, ma mai chiuso. Affrontano quella stessa realtà guardando lo spettatore che non può non specchiarsi in loro come reazione al
mondo in cui stiamo vivendo.
L'occhio plastico e plasticizzante unisce dunque denuncia e riflette la nostra parte interiore, come monito severo e accusatore. La plastica invade le nostre vite e l'ambiente, diventando occhio - il nostro organo di contatto con il mondo esterno - prende simbolicamente il posto della natura anche nel nostro corpo. Uno sguardo penetrante può persino diventare insopportabile. L'occhio di plastica simboleggia l'indifferenza in cui rischiamo
cadente. Ma l'occhio dell'artista è sempre aperto perché non deve solo sottolineare una situazione pericolosa e critica, deve essere anche un
respiro di speranza.
Occhi, coscienti di ciò che accade intorno a loro e pronti a decifrare la realtà per individuare un nuovo atteggiamento che possa portare al salvatore dell'ambiente e quindi dell'umanità stessa.
Così come nel film “Spellbound” di Alfred Hitchcock le scene del sogno con la scenografia surrealista con gli occhi cadenti disegnati da Salvador Dalì o l'occhio ne “Il falso specchio” di Magritte.
In tutte le civiltà gli occhi hanno avuto un ruolo divino, ex-voto, talismanico, magico, sacro, diventando lo sguardo, l'interfaccia tra l'esterno
mondo e il mondo interiore di una persona.
Tutti i pezzi Green Eyes sono realizzati in plexiglass (pmma polimetilmetacrilato), un materiale riciclato dalle industrie, dipinto a mano con colori a smalto. Le ciglia sono realizzate con il materiale di scarto delle fascette in nylon utilizzate per Il volo polimerico. Nulla viene scaricato, tutto viene riciclato.