opera
Grounded
categoria | Scultura |
soggetto | Paesaggio, Natura, Figura umana, Astratto |
tags | |
base | 30 cm |
altezza | 20 cm |
profondità | 30 cm |
anno | 2022 |
Scavi, cemento, terra, materia organica.
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Grounded è un progetto che prende forma nell’ambito della mostra « La fonte dell’opera », a cura di Davide Silvioli. Luogo dell’esposizione un giardino all'interno del Parco di Veio, che viene interpretato da Jager come dispositivo di indagine del sottosuolo.
Intercettando il racconto mesopotamico “La Discesa di Ištar negli Inferi”, Grounded si predispone come un’azione di scavo collettiva in cui più individui sono invitati a unirsi in questo gesto così semplice e primordiale ma allo stesso tempo rivelatore. Una catabasi contemporanea per entrare a contatto con uno sprofondo brulicante di vermi, insetti, radici. È la realtà che rivela tutto il suo orrore e i risvolti oscuri del nostro mondo. Le cavità sono anche dei tunnel per entrare dentro le questioni urgenti del nostro tempo: scavando, toccando e manipolando la terra si generano dei vuoti, incarnazioni di una possibile diversa relazione con il mondo.
I vuoti realizzati durante l'atto performativo sono stati poi colmati con delle colate del cemento versato direttamente al loro interno dall’artista e che, una volta solidificato ed estratto, ha generato sculture disomogenee, mostruose, connotate dalla collaborazione tra umano e non umano.
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Grounded è un progetto che prende forma nell’ambito della mostra « La fonte dell’opera », a cura di Davide Silvioli. Luogo dell’esposizione un giardino all'interno del Parco di Veio, che viene interpretato da Jager come dispositivo di indagine del sottosuolo.
Intercettando il racconto mesopotamico “La Discesa di Ištar negli Inferi”, Grounded si predispone come un’azione di scavo collettiva in cui più individui sono invitati a unirsi in questo gesto così semplice e primordiale ma allo stesso tempo rivelatore. Una catabasi contemporanea per entrare a contatto con uno sprofondo brulicante di vermi, insetti, radici. È la realtà che rivela tutto il suo orrore e i risvolti oscuri del nostro mondo. Le cavità sono anche dei tunnel per entrare dentro le questioni urgenti del nostro tempo: scavando, toccando e manipolando la terra si generano dei vuoti, incarnazioni di una possibile diversa relazione con il mondo.
I vuoti realizzati durante l'atto performativo sono stati poi colmati con delle colate del cemento versato direttamente al loro interno dall’artista e che, una volta solidificato ed estratto, ha generato sculture disomogenee, mostruose, connotate dalla collaborazione tra umano e non umano.