Identità perduta

Vite scolpite nella pietra delle persone che hanno attraversato il nostro Paese lasciando impronte incancellabili. Padri della patria, letterati, scienziati, poeti, patrioti ed esponenti dell’illuminismo, incappucciati dal cellophane quasi che i personaggi non vogliono vedere cosa accade oggi o addirittura nasconderli per non mostrare la nostra identità, le nostre radici. Quegli ideali romantici, nazionalisti e patriottici non sono più identitari. La storia non interessa più. La cultura della nuova generazione sono scambi di parole con il cellulare o per internet che ha reso i giovani isolati. Le modalità con le quali prende vita la nuova identità è fatta di network ‘sociali’, questo influisce in modo passivo sulla vita civile del paese, e non è un problema solo dei giovani. Un’identità perduta perché oggi, forse, non sappiamo più bene chi siamo. L’individuo, ormai situato in una contemporaneità onnipervasiva, in cui esiste unicamente il presente, l’attimo, l’istante, in cui si dimentica il passato e si smette di pensare al futuro. In questo influisce il basso grado di civismo e di fiducia nelle istituzioni. È l’effetto di una crisi prolungata che non accenna a finire, di un popolo con le energie sopite o forse spente. Le fotografie in negativo vogliono evidenziare proprio questo aspetto, il declino di un paese che ha dimenticato la propria storia. C’è la sensazione che il nostro destino non sia più nelle nostre mani. Vorrei essere smentito.
Alcune frasi e riflessioni sono state tratte da un documento “Viaggio in Italia alla ricerca dell’identità perduta” a cura di Giulia Cogoli e Vittorio Meloni per Fiducia progetto di comunicazione di Intesa San Paolo.