opera
Il peso del vuoto
categoria | Installazione |
soggetto | Architettura |
tags | |
base | 150 cm |
altezza | 186 cm |
profondità | 150 cm |
anno | 2018 |
L'installazione affronta le problematiche fondamentali della scultura, quali l’equilibrio, la statica, il bilanciamento e il peso a partire dagli opposti: il pieno e il voto, il peso e la leggerezza.
Il vuoto è lo spazio che individua e distingue ‘le cose’, una condizione necessaria alla costruzione dell’esperienza che ha come protagonista lo spazio, composto anche d’aria: è il peso dell’atmosfera che gravita sopra di noi e in cui siamo immersi.
Il vuoto viene inteso sia nella sua concretezza materiale, spaziale e architettonica, che nella sua densità concettuale, entro le tre categorie che esso implica: lo spazio, il luogo, il corpo, il tempo. Ogni elemento infatti, proprio come il corpo umano, si flette per il suo stesso peso, elevandosi a 186 cm (l’86 è l’anno della mia nascita), di altezza dal pavimento. Il gesto agito nella matassa, agisce ancora all'idea della perdita del peso e della sottrazione alla gravità . Il corpo semplificato a filo, si carica di ulteriori significati, che lo intendono come la porta di accesso al vuoto misterioso dell’anima. L'opera da matassa in 'stelo' a bilancia, tenta di stabilire un equilibrio precario ma necessario a tenere in piedi la struttura, dove l'assenza del corpo si colma del peso del suo ingombro. Il tempo viene visto questa volta attraverso la sottile precarietà della scultura, il suo trovare un equilibrio spazio-temporale.
L’installazione è composta da 4 matasse in ottone, 4 tondini e 4 bilance in ottone.
Il vuoto è lo spazio che individua e distingue ‘le cose’, una condizione necessaria alla costruzione dell’esperienza che ha come protagonista lo spazio, composto anche d’aria: è il peso dell’atmosfera che gravita sopra di noi e in cui siamo immersi.
Il vuoto viene inteso sia nella sua concretezza materiale, spaziale e architettonica, che nella sua densità concettuale, entro le tre categorie che esso implica: lo spazio, il luogo, il corpo, il tempo. Ogni elemento infatti, proprio come il corpo umano, si flette per il suo stesso peso, elevandosi a 186 cm (l’86 è l’anno della mia nascita), di altezza dal pavimento. Il gesto agito nella matassa, agisce ancora all'idea della perdita del peso e della sottrazione alla gravità . Il corpo semplificato a filo, si carica di ulteriori significati, che lo intendono come la porta di accesso al vuoto misterioso dell’anima. L'opera da matassa in 'stelo' a bilancia, tenta di stabilire un equilibrio precario ma necessario a tenere in piedi la struttura, dove l'assenza del corpo si colma del peso del suo ingombro. Il tempo viene visto questa volta attraverso la sottile precarietà della scultura, il suo trovare un equilibrio spazio-temporale.
L’installazione è composta da 4 matasse in ottone, 4 tondini e 4 bilance in ottone.