opera
IL SILENZIO E’ MAFIA
| categoria | Installazione |
| soggetto | Politico/Sociale |
| tags | Political / Social, Memory / Archive, Visual Activism, Sociopolitical Art, Collective Responsibility |
| base | 248 cm |
| altezza | 297 cm |
| profondità | 5 cm |
| anno | 2020 |
Il silenzio è mafia nasce da una fotografia scattata dal fotoreporter Shorba a Palermo durante il corteo funebre di Padre Pino Puglisi.
Quell’immagine — un gesto spontaneo di protesta civile — viene riattivata come frammento d’archivio e riportata nel presente con nuova urgenza.
Realizzata anni prima della cattura del latitante Matteo Messina Denaro, l’installazione accosta il suo ritratto allo storico striscione “Il silenzio è mafia”, creando una frizione temporale che mette in evidenza la continuità delle strutture criminali e la rimozione collettiva che ne facilita la sopravvivenza.
Una fotografia privata diventa così un dispositivo politico: un’immagine capace di rivelare la fragilità della memoria pubblica e di mostrare come ciò che non viene nominato continui ad agire nell’ombra.
L’opera non ricostruisce un evento, ma ciò che persiste.
Il silenzio diventa complicità: lo spazio tra vedere e riconoscere.
L’installazione invita lo spettatore a colmare quella distanza e a trasformare il ricordo in responsabilità.
Opera unica.
Collezione privata, America Latina.
Quell’immagine — un gesto spontaneo di protesta civile — viene riattivata come frammento d’archivio e riportata nel presente con nuova urgenza.
Realizzata anni prima della cattura del latitante Matteo Messina Denaro, l’installazione accosta il suo ritratto allo storico striscione “Il silenzio è mafia”, creando una frizione temporale che mette in evidenza la continuità delle strutture criminali e la rimozione collettiva che ne facilita la sopravvivenza.
Una fotografia privata diventa così un dispositivo politico: un’immagine capace di rivelare la fragilità della memoria pubblica e di mostrare come ciò che non viene nominato continui ad agire nell’ombra.
L’opera non ricostruisce un evento, ma ciò che persiste.
Il silenzio diventa complicità: lo spazio tra vedere e riconoscere.
L’installazione invita lo spettatore a colmare quella distanza e a trasformare il ricordo in responsabilità.
Opera unica.
Collezione privata, America Latina.











