opera
Il tempo trascorso non è molto
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | installazione, ferro, scultura, guerra, sociale, nido |
base | 400 cm |
altezza | 175 cm |
profondità | 500 cm |
anno | 2018 |
Ferro, nido di merlo, mdf.
12 pezzi. Grandezza ambientale (altezza mx 175 cm, base di ogni pezzo 15x15cm)
Opera realizzata per la mostra "Prima che le foglie cadano. A cento anni dalla fine della prima guerra mondiale".
Palazzo Damioli, Palazzolo sull'Oglio. Palazzo delle Arti Contemporanee del Broletto, Pavia.
L’opera nasce da un’indagine psicologica legata alla lontananza da casa, rappresentata dall’immagine iconica di un nido. Tornare a casa: ciò che un soldato più desidera. Ma il rientro non comporta solo aspetti gioiosi: accanto alla volontà di rinascita e di ripresa della condizione di “normalità” ci sono i fantasmi di quanto vissuto, l’odore della morte sulla pelle, la disillusione con cui fare i conti.
Per questo motivo i nidi non sono interi, non sono stabili e ricordano delle croci, delle sepolture.
Uno è un nido vero; dalla sua base si propagano fili di ferro che formano a loro volta un altro nido, appoggiato a terra.
La tensione emotiva accumulata nell’esperienza bellica non si esaurisce con il rientro a casa del soldato, ma continua, estenuante e dolorosa, come un sibilo sottile ma acuto, capace di condizionarne la psiche.
12 pezzi. Grandezza ambientale (altezza mx 175 cm, base di ogni pezzo 15x15cm)
Opera realizzata per la mostra "Prima che le foglie cadano. A cento anni dalla fine della prima guerra mondiale".
Palazzo Damioli, Palazzolo sull'Oglio. Palazzo delle Arti Contemporanee del Broletto, Pavia.
L’opera nasce da un’indagine psicologica legata alla lontananza da casa, rappresentata dall’immagine iconica di un nido. Tornare a casa: ciò che un soldato più desidera. Ma il rientro non comporta solo aspetti gioiosi: accanto alla volontà di rinascita e di ripresa della condizione di “normalità” ci sono i fantasmi di quanto vissuto, l’odore della morte sulla pelle, la disillusione con cui fare i conti.
Per questo motivo i nidi non sono interi, non sono stabili e ricordano delle croci, delle sepolture.
Uno è un nido vero; dalla sua base si propagano fili di ferro che formano a loro volta un altro nido, appoggiato a terra.
La tensione emotiva accumulata nell’esperienza bellica non si esaurisce con il rientro a casa del soldato, ma continua, estenuante e dolorosa, come un sibilo sottile ma acuto, capace di condizionarne la psiche.