opera
IMPRESSIONI, porta aperta bada ladri
categoria | Installazione |
soggetto | Figura umana, Natura, Politico/Sociale |
tags | |
base | 70 cm |
altezza | 90 cm |
profondità | 12 cm |
anno | 2015 |
IMPRESSIONI
"Porta aperta bada ladri"
12 formelle di argilla grezza non cotta, 70×90 cm
2015
L’argilla è un materiale plastico ed ha la proprietà di assumere forme, quindi mantenere impressa una memoria indotta. La mia ricerca si basa sulla memoria collettiva, storica e individuale. Durante una residenza nella Tenuta di Sticciano, sono riuscita a coinvolgere i cittadini di Certaldo e Fiano a raccontarmi delle storie antiche, dalle quali ho estratto poi degli oggetti per facilitare l’accesso alla memoria.
L’oggetto visivamente aiuta il ricordo. Il valore simbolico del materiale argilla è primordiale, privo quindi di sovrastrutture che possano collocarlo in un preciso riferimento temporale. In qualche modo è stato come forzare un ricordo nell’argilla per una sorta di sineddoche. Alla fine dell’esperienza ho deciso di non cuocere le lastre perché rimanesse chiaro il concetto di “responsabilità mnemonica”, che va coltivata continuamente per mantenere i dettagli che andrebbero altrimenti perduti. Il risultato visivo permette di sottolineare l’estrema precarietà della memoria con enormi mattoni all’apparenza poderosi, che se lasciati alle intemperie tornerebbero immediatamente polvere, così come i grandi avvenimenti storici che rischiano di essere rimanipolati e ricollocati.
All’interno dello spazio ci sono i monoliti in argilla, impressi da quegli oggetti che un tempo sono entrati in contatto con questo luogo e che hanno dentro di sé quella memoria che in parte mi raccontano gli abitanti di Fiano e di Certaldo attraverso gli aneddoti della loro gioventù (Porta aperta bada ladri).
La forma è quella dei mattoni che un tempo si costruivano a mano, proprio dentro la tenuta, in una cava naturale di argilla che ho individuato grazie ai racconti degli anziani.
Tecnicamente poi decido di usare l’argilla grezza senza edulcorarla dalle impurità, perchè anch’esse fanno parte della storia del luogo; i pulviscoli, le conchiglie e i fossili, che si vanno a mescolare ai ricordi degli interpreti del mio lavoro, provengono direttamente dall’epoca in cui a Certaldo c’era il mare, 5 milioni di anni orsono.
All’interno della cantina, dove ci sono i tini, lungo le scale decido di installare un video in modo da dare una connotazione anche sensoriale al pubblico.