In buone mani / In good hands

In buone mani è stata realizzata tre volte in tre versioni site specific
In buone mani
In buona mani , atto 2: La promessa(2020)
In buone mani: atto 3 sentirsi a proprio agio ( 2023)

In buone mani è un’ azione- intenzione che come in quasi tutti i lavori performativi di Loredana Galante prevede un impianto concettuale ed estetico di riferimento. In questo caso il setting è composto da due sedie poste una di fronte all’ altra, rami spinosi verticalizzati dalla presa a terra dell’argilla, intorno e dietro su un velluto verde di derivazione liturgica. Sullo sfondo chiude la composizione spaziale un muro con una scritta” Erano spine che entravano nell’anima e diventavano fiori”: un verso di Ada Merini, realizzato sul muro in ore di lavoro, interamente da spine di rosa, posate una alla volta.
La presa in carico del sentire non permette proroghe, la pelle sottile lascia permeare in tempo reale e si esperiscono fitte, lacerazioni, il passaggio di qualcosa di puntuto che procede a strattoni a volte lavora in modo silente lasciando un paesaggio di devastazione, altre volte impone un dolore a cui sembra di non sopravvivere. Questa frase c’indica un passaggio, un processo di trasformazione, ci mostra i doni riservati alle porte che si dischiudono.
In una delle due sedie attende Loredana Galante, con un abito celeste a piccoli fiori con balze fino ai piedi bordate di raso lilla. Una coppa di ceramica dipinta contiene una crema fatta con le rose, da sua sorella. Attende ognuno di noi per occuparsene, ci dona un massaggio alla mani, un rituale di riparazione, idrata il tempo dell ‘incontro con la dedizione e la spontaneità
In buone mani