opera
Jamais Vu
categoria | Fotografia |
soggetto | Astratto |
tags | |
base | 90 cm |
altezza | 60 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2021 |
Tecnica: fotografia e pittura
tiratura: una copia
supporto: fotografia
Nel suo saggio “Diplopia”, Clement Cheroux riflette riguardo la diffusione delle immagini mediatiche, focalizzandosi in particolar modo sull’attentato dell’11 settembre. L’autore fa notare con insistenza che l’attentato alle torri è stato senza dubbio l’avvenimento più fotografato della storia dei media, ma paradossalmente nelle prime pagine dei giornali si ripetono sempre le stesse immagini “tipo”.
Così confrontando le diverse immagini selezionate dalle principali testate giornalistiche odierne riguardanti un determinato evento, ho potuto notare come questo effetto “loop” ed il processo e la modalità di selezione omologante ed uniformante descritto da Cheroux si verifichi di giorno in giorno.
Il progetto raccoglie 30 fotografie che più ho visto presenti e ripetute dalle principali testate giornalistiche, secondo un arco temporale che va dal 2019 al 2020. La mia ricerca in questo senso vuole contrapporsi e reagire ad una rappresentazione dominante del potere, bloccata nella sua staticità, laddove l’uso delle immagini ha come obiettivo di opprimere possibilità e nuove prospettive invece che crearne di nuove: utilizzando come mezzo trasformativo la tavola da skateboard, il mio intento è quello di affermare l’importanza di un gesto, di un’interpretazione di tipo personale, soggettiva, laddove essa viene negata a priori.
Il fine è ricercare un linguaggio che divenga metafora di un cambiamento, motivo di crescita e rinnovamento sia per me che per l’oggetto preso in considerazione. Invito lo spettatore ad essere testimone di questo mutuo cambiamento.
tiratura: una copia
supporto: fotografia
Nel suo saggio “Diplopia”, Clement Cheroux riflette riguardo la diffusione delle immagini mediatiche, focalizzandosi in particolar modo sull’attentato dell’11 settembre. L’autore fa notare con insistenza che l’attentato alle torri è stato senza dubbio l’avvenimento più fotografato della storia dei media, ma paradossalmente nelle prime pagine dei giornali si ripetono sempre le stesse immagini “tipo”.
Così confrontando le diverse immagini selezionate dalle principali testate giornalistiche odierne riguardanti un determinato evento, ho potuto notare come questo effetto “loop” ed il processo e la modalità di selezione omologante ed uniformante descritto da Cheroux si verifichi di giorno in giorno.
Il progetto raccoglie 30 fotografie che più ho visto presenti e ripetute dalle principali testate giornalistiche, secondo un arco temporale che va dal 2019 al 2020. La mia ricerca in questo senso vuole contrapporsi e reagire ad una rappresentazione dominante del potere, bloccata nella sua staticità, laddove l’uso delle immagini ha come obiettivo di opprimere possibilità e nuove prospettive invece che crearne di nuove: utilizzando come mezzo trasformativo la tavola da skateboard, il mio intento è quello di affermare l’importanza di un gesto, di un’interpretazione di tipo personale, soggettiva, laddove essa viene negata a priori.
Il fine è ricercare un linguaggio che divenga metafora di un cambiamento, motivo di crescita e rinnovamento sia per me che per l’oggetto preso in considerazione. Invito lo spettatore ad essere testimone di questo mutuo cambiamento.