Vene nere della terra

L’opera affronta il tema del difficile rapporto dell’individuo con il territorio in cui vive, con un velo di malinconia per quell’antico rispetto verso la bellezza e l’equilibrio della natura, che spesso sembra infranto per sempre. In particolare, l’opera cerca di dare una rappresentazione dell’inquinamento del sottosuolo, ancora oggi poco conosciuto nella sua portata globale; un inquinamento subdolo, nascosto nelle viscere della terra, che spesso non può essere percepito visivamente o direttamente valutato, ma può comportare gravi conseguenze sulla
sicurezza alimentare.
Ho immaginato un sottosuolo colpito da una malattia strisciante e silenziosa, a causa della quale le radici si sono trasformate in colate nere come quelle di catrame, fredde però e senza vita. Dove un tempo si sviluppavano stretti legami simbiotici tra comunità vegetali e animali sono nate cavità, in cui si annidano le ombre di legami smarriti. Tuttavia, la materia che si aggrappa agli estremi di un’intelaiatura vuota è anche un invito a fare chiarezza dentro di sé e nella società, per cercare nuove forme di convivenza tra l’uomo e la natura.