opera
Mater
categoria | Altro |
soggetto | Viaggi, Politico/Sociale, Astratto |
tags | |
base | 30 cm |
altezza | 25 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2018 |
Usare le matrioske per un’opera e “modificando il decoro” con cui sono famose raccontare il “condizionamento” che subiamo dal momento stesso in cui veniamo concepiti fino a diventare a nostra volta “condizionatori”. L’opera è composta da 10 pezzi (ma si potrebbero aggiungere pezzi all’infinito, e potrebbe accadere) sui quali si “racconta” il condizionamento attraverso i colori, le immagini aggiunte e se vogliamo l’evoluzione del volto, i colori di base sono: bianco, azzurro, blu, verde chiaro, verde scuro, giallo scuro, giallo chiaro, rosso, rosa carne, viola e il nero con cui sono stati tracciati i disegni (quasi in modo prevalente fatta eccezione per i colori dei volti), i colori sono scelti in base al simbolismo dei tarocchi di Marsiglia ( da La via dei tarocchi di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa) e per la precisione secondo il suo schema circolare che “ corrisponde a una visione del mondo che consiste nel rappresentare la totalità non come un rettangolo bensì come un cerchio, universo in constante espansione nato da un punto centrale, il cerchio è attraversato da un orizzonte che, come nella Genesi, separa il cielo dalla terra..” semplificando il significato dei colori è il seguente; bianco purezza, azzurro ricettività spirituale, blu ricettività intuitiva / terrestre, verde chiaro natura celeste, verde scuro natura terrestre, giallo scuro ambito vitale della materia pura, giallo chiaro intelligenza, rosso attività, rosa carne ambito umano /vita cosciente, viola orizzonte /unione e confine tra azione / ricezione e cielo / terra, nero ciò che è nascosto / occulto / inconscio. Nel dettaglio dei pezzi la loro suddivisione, evoluzione e realizzazione anche in relazione al loro “scaturire l’uno dall’altro” è la seguente; il bianco viene rappresentato solo con il colore, è il più piccolo (nel simbolismo delle matrioske è chiamato “seme”) l’ho immaginato nell’atto della sua creazione divina, cosmica non creato come essere umano ma come forma di pura “energia cosmica”, puro non contaminato da nulla e potenzialmente “adatto” a qualsiasi evoluzione che il creatore ha trasmesso ad esso, – quello azzurro anche esso rappresentato solo con il colore, l’energia cosmica attraverso il concepimento diventa umana arrivando sulla terra “nell’utero” di una donna ma ancora non ha subito nessuna forma di condizionamento quindi ancora in contatto con il cosmo e pura, – quello blu “raccoglie” la sua umanità ricevendo dai genitori la “trasmissione” di un set di caratteri identitari che poi trasmetterà a qualcun altro, è in fase uterina ed è ancora solo amore e la sua natura cosmica è ancora presente e da esso “percepita” viene rappresentato con un cuore su di esso ad indicare il suo inizio del cammino nella sua forma umana appena “ricevuta”, – quello verde chiaro rappresenta essenza è ancora in contatto con la sua energia cosmica ma le “contaminazioni” umane anche attraverso il collegamento con la madre cominciano ad influenzarlo ed è per questo che al cuore si aggiungono gli occhi anche se ancora chiusi << e nel momento stesso in cui riceviamo il dono della vista diventiamo ciechi, perdiamo la capacità di rimanere in contatto con il cosmo e con il creato>>, – quello verde scuro rappresenta la nascita, la venuta al mondo la fuoriuscita dall’utero materno nel momento stesso in cui si nasce si riceve subito un “intero carico” di condizionamenti, questi condizionamenti vengono rappresentati graficamente con un volto il cui “colore” indica la razza di appartenenza, un accenno di albero pochi elementi che rappresenta la famiglia e le proprie “radici” in essa, il simbolo zodiacale (per “citarmi” visto che sono capricorno ho usato quello) il nostro segno zodiacale è l’ultima traccia che ci portiamo (inconsapevolmente) per la vita terrena con la nostra appartenenza cosmica, il simbolo dell’appartenenza religiosa ho usato quello del cristianesimo per due motivi è la più diffusa al mondo ed è quella del “gruppo etnico” in cui sono venuto al mondo, il simbolo dell’ateismo, la non appartenenza religiosa ha i suoi “rappresentanti” (che spesso anche considerandosi “atei” ripongono la loro intera fede e fiducia nella scienza, una “divinità” creata dall’uomo ma sempre una “divinità a cui si obbedisce”) anche se in minor numero dei religiosi, tutto ciò avviene per “discendenza” e non per scelte personali, e i simboli che rappresentano femmine e maschi il sesso con cui si viene al mondo è una “casualità” ma non è casualità tutto quello che si potrà o non potrà fare in base al sesso di “appartenenza”, << Cit: Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni uomini più strettamente che alle altre donne; e ciò per i vincoli creati dalla casa, dal lavoro, dagli interessi economici, dalla condizione sociale. – Simone de Beauvoir.>> – quello giallo scuro rappresenta l’infanzia nella sua rappresentazione grafica si evolvono i lineamenti del volto, l’albero cresce e si formano nuovi rami a rappresentare tutto l’impegno che la famiglia di appartenenza mette in modo conscio e inconscio a “trasmettere” la sua “storia” e i suoi “principi”, ai simboli già citati si aggiungono i simboli che rappresentano la scuola con essa il “raggio di condizionamento” si allarga altri “educatori” << la consuetudine che qualcuno ti fornisca una “patente” che certifichi i tuoi studi può in parte essere la “prova” della necessità di doversi adeguare al pensiero di chi la “patente” deve concedere? Chi dà valore a ciò che è giusto far sapere o no? Vengono trasmessi “preconcetti”, “concetti” o “conoscenza”? Era o no ai tempi del nazismo il Mein Kampf la “bibbia laica” su cui si costruiva e basava tutto il programma di insegnamento? >> si affiancano alla famiglia e ai religiosi, – quello giallo chiaro rappresenta l’adolescenza una “propria intelligenza” si affaccia provando a contrapporsi al “mondo” che ci circonda durante la crescita nella sua rappresentazione grafica il volto continua la sua evoluzione dei lineamenti, la crescita dell’albero continua nuovi rami si formano e si comincia ad infoltire la chioma sempre più la famiglia diventa “riferimento”, è anche se è il porto sicuro dove ci si può e deve rifugiare è il primo “ostacolo” alla totale e incondizionata libertà individuale si viene condizionati da ciò che la famiglia “è”, e su cosa penserà in merito alle proprie scelte di vita e di esistenza, ai simboli già citati si aggiungo i simboli che rappresentano “l’economia” i “soldi” cominciano ad avere la loro influenza si comincia a “conoscere” la “potenza” che deriva dal loro possesso, ricchezze personali e ricchezze dello “stato” a cui si appartiene diventano “riferimento” e “obbiettivo”, – quello rosso rappresenta la giovinezza avviati verso la “realizzazione di se stessi” si diventa “attivi” nel proprio cammino graficamente il volto conserva ancora le fattezze dell’adolescenza, la crescita dell’albero continua la chioma comincia ad essere sempre più ampia, ai simboli già citati si aggiungono quelli “politici” (ho usato quelli che più di altri condizionano e hanno condizionato l’Italia e i suoi abitanti) si comincia ad affacciarsi al mondo delle scelte di chi dovrà “guidarci e governarci”, e anche qui (e forse più qui che in altri ambiti) la scelta avviene più per “eredità” che per scelte personali, – quello rosa carne rappresenta la “maturità” “l’umanità cosciente” la fine del “condizionamento” attraverso le “istituzioni” la “formazione” è “compiuta”, graficamente il volto si evolve ancora comincia ad avere i segni del trucco, <>, l’albero continua a crescere si cominciano a vedere le radici, il tronco è sempre più ampio e la chioma sempre più folta ed “incombe” su tutto “l’essere” arrivando fino al volto, ai simboli già citati si aggiungono il simbolo del lavoro <>”, il simbolo dello stato essere possessori di una nazionalità ci spinge anche ad agire violentemente per la “difesa” della sovranità della nazione di appartenenza e ciò uccide senza speranza la fratellanza dell’umanità la creazione dei confini e delle bandiere ha segnato l’inizio della fine, e per ultimo il simbolo dei figli (coloro a cui trasferiremo la nostra eredità genetica ) si comincia a “guardare” al proprio “futuro” attraverso la “volontà” di costituire una famiglia, – quello viola rappresenta l’età adulta ormai si è “grandi” si diventa “educatori” si costituisce la propria famiglia e il proprio “nido” ormai diventati rami dell’albero convinti della propria “esistenza” si trasmette ai figli il proprio cognome la chiave di accesso alla genealogia della famiglia, si comincia ad essere elementi di “trasmissioni” ai propri “eredi” dei “valori” ricevuti durante la crescita anche se si continua a ricevere “condizionamenti” ma in forma “libera” attraverso i mezzi “informativi, culturali e di intrattenimento”, graficamente il volto ha completato la sua “evoluzione e crescita”, l’albero ha ormai riempito tutto lo spazio disponibile “dell’essere” fino ad arrivare al volto quasi fino ad imprimere tracce su di esso, le radici sono ben radicate e grandi e la chioma è folta, tutta la “storia familiare” ha pervaso tutto l’essere, ai simboli già citati si aggiungono il simbolo della catena (vicino a una delle radici) la famiglia e il suo carico influenza la propria esistenza anche attraverso le generazioni precedenti, il simbolo della pace malgrado i “condizionamenti” si ha sempre la possibilità di scegliere, il simbolo della morte la consapevolezza della “fine” sarà la paura che accompagnerà i propri pensieri fino alla fine <> malgrado le “appartenenze religiose” promettono una vita eterna alla fine della “vita” terrena, << ma solo con la “morte” si tornerà ad essere pura energia, tornando al cosmo e alla scintilla creativa e chissà cosa e per quale scopo ci porteremo dietro dalla vita terrena>> – a concludere la composizione narrativa la serie di matrioske è posta diagonalmente su una superfice riflettente volutamente non perfetta il cui bordo è composto da “ritagli”, lo “specchio” su cui si presentano è la visione che il “mondo” ha di ogni “vita” si vede il riflesso di ciò che si “è” di come ci si “presenta” al mondo, le apparenze e le appartenenze contano più dell’essere e sono il viatico che “guida” le esistenze.
Cit: “Ciascun individuo è il prodotto di due forze: La forza imitatrice – governata dal gruppo famigliare, che agisce proveniendo dal passato – e la forza creatrice – guidata dalla Coscienza universale e proveniente dal futuro. Quando i genitori limitano i loro figli obbligandoli ad accettare passivamente progetti, consegne (“sarai questo o quello”, “somiglierai a Tizio”, “ci obbedirai e diffonderai le nostre idee e convinzioni”), disubbidiscono ai progetti evolutivi del futuro e la famiglia cade vittima di ogni sorta di malattie fisiche e mentali. La Coscienza, fin dai primi istanti della sua individuazione nel feto, è prigioniera del conflitto tra creare e imitare. Se il bambino presenta pochi tratti psicologici ricalcati su genitori e avi, si può pensare che la Coscienza sia stata capace di vincere l’influenza dei modelli che le generazioni precedenti avrebbero voluto affibbiargli. Se al contrario il bambino diventa la copia dei genitori o dei nonni, la Coscienza è stata sconfitta. Le anime creatrici sono poche, mentre ci sono eserciti di anime imitatrici: Le prime devono imparare a comunicare e a seminare i propri valori, le seconde devono liberarsi dagli schemi e imparare a creare, vale a dire arrivare a essere se stesse e non quello che la famiglia, la società e la cultura vogliono. Il clan agisce come un organismo. Quando uno dei suoi membri sperimenta un cambiamento, è tutto l’insieme a reagire, in modo positivo o negativo.. Alejandro Jodorowsky – Marianne Costa”
Storia della matrioska:
Cos’è una matrioska e qual è il suo significato
La matrioska (o matriosca) non ha bisogno di presentazioni. Chi non ne ha mai vista una? I tipici souvenir russi raffiguranti bambine o donne paffute sono diventate il simbolo del vastissimo stato dell’Europa dell’Est. La caratteristica principale di queste bamboline di legno è quella di contenere al proprio interno altre di dimensioni diverse, fino ad arrivare alla più piccola, chiamata “seme”. Ogni pezzo, inoltre, è diviso a metà, in modo tale da aprirsi e contenere il pezzo di taglia più piccola. Ma quale è il loro significato simbolico?
Matrioska (o matriosca): simbologia e significato
L’origine è incerta: si dice che il primo a fabbricare la Matrioska sia stata Savva Mamontov nel XIX secolo. Ricchissimo industriale, appassionato d’arte, nonché mecenate, egli riunì una serie di artisti specializzati in arte tradizionale e contadina con l’intento di dare una scossa considerevole a questo genere artistico, aiutato anche da suo fratello Anatolij. Altre fonti, invece, sostengono che queste curiose bambole di legno abbiano origine dalla cultura cinese, in riferimento alle scatole cinesi appunto, anch’esse di grandezza crescente inserite le une all’interno delle altre. Invece altri ancora sostengono che il primo a costruirle sia stato un monaco russo.
Al di là della loro vera origine, le matrioske sono portatrici di un significato ben preciso: bisogna sapere, infatti, che la parola in sé porta la radice latina di mater, ovvero madre. Proprio la madre costituisce il fulcro simbolico di queste graziose statuette. Il fatto che queste siano contenute reciprocamente in una matrioska più grande equivale a rendere l’idea del grembo materno che porta in sé un corpo più piccolo. Le matrioske, dunque, possono essere assunte a modello di generazione, in cui la maternità e la fertilità sono le caratteristiche primarie e indispensabili per la loro esistenza. La famiglia potrebbe essere un’altra componente simbolica e lo dimostra il fatto che la statuetta più grande è chiamata madre, mentre quella più piccola è chiamata seme. Ecco che anche qui la figura di colei che genera è centrale. D’altronde anche la loro corporeità fa pensare a quelle antiche sculture del paleolitico o ai giocattoli cinesi, giapponesi e indiani.
Potenzialmente, la matrioska può contenere al suo interno infinite altre matrioske, come può essere contenuta all’interno di altre infinite volte. E’ il simbolo della capacità della vita che non ha limiti, ma anche del Principio e della Fine, dell’Uno e del Molteplice. Dal Macro al Micro, si potrebbe pensare addirittura che questi piccoli simulacri di legno siano per estensione il simbolo dell’Universo.
Infine, anche il materiale di cui è fatta una matriosca non è casuale: il legno è duro da scalfire, durevole nel tempo, resistente, ma anche continuamente rinnovabile, come rinnovabile sono l’amore e la creazione. Anche il tipo di legno non è lasciato al caso: generalmente il tiglio e la betulla vengono utilizzati in maniera preponderante. Il primo è simbolo di fertilità e femminilità, mentre il secondo in Russia rappresenta fortuna e longevità.
Pittura, pezzo unico su legno
Cit: “Ciascun individuo è il prodotto di due forze: La forza imitatrice – governata dal gruppo famigliare, che agisce proveniendo dal passato – e la forza creatrice – guidata dalla Coscienza universale e proveniente dal futuro. Quando i genitori limitano i loro figli obbligandoli ad accettare passivamente progetti, consegne (“sarai questo o quello”, “somiglierai a Tizio”, “ci obbedirai e diffonderai le nostre idee e convinzioni”), disubbidiscono ai progetti evolutivi del futuro e la famiglia cade vittima di ogni sorta di malattie fisiche e mentali. La Coscienza, fin dai primi istanti della sua individuazione nel feto, è prigioniera del conflitto tra creare e imitare. Se il bambino presenta pochi tratti psicologici ricalcati su genitori e avi, si può pensare che la Coscienza sia stata capace di vincere l’influenza dei modelli che le generazioni precedenti avrebbero voluto affibbiargli. Se al contrario il bambino diventa la copia dei genitori o dei nonni, la Coscienza è stata sconfitta. Le anime creatrici sono poche, mentre ci sono eserciti di anime imitatrici: Le prime devono imparare a comunicare e a seminare i propri valori, le seconde devono liberarsi dagli schemi e imparare a creare, vale a dire arrivare a essere se stesse e non quello che la famiglia, la società e la cultura vogliono. Il clan agisce come un organismo. Quando uno dei suoi membri sperimenta un cambiamento, è tutto l’insieme a reagire, in modo positivo o negativo.. Alejandro Jodorowsky – Marianne Costa”
Storia della matrioska:
Cos’è una matrioska e qual è il suo significato
La matrioska (o matriosca) non ha bisogno di presentazioni. Chi non ne ha mai vista una? I tipici souvenir russi raffiguranti bambine o donne paffute sono diventate il simbolo del vastissimo stato dell’Europa dell’Est. La caratteristica principale di queste bamboline di legno è quella di contenere al proprio interno altre di dimensioni diverse, fino ad arrivare alla più piccola, chiamata “seme”. Ogni pezzo, inoltre, è diviso a metà, in modo tale da aprirsi e contenere il pezzo di taglia più piccola. Ma quale è il loro significato simbolico?
Matrioska (o matriosca): simbologia e significato
L’origine è incerta: si dice che il primo a fabbricare la Matrioska sia stata Savva Mamontov nel XIX secolo. Ricchissimo industriale, appassionato d’arte, nonché mecenate, egli riunì una serie di artisti specializzati in arte tradizionale e contadina con l’intento di dare una scossa considerevole a questo genere artistico, aiutato anche da suo fratello Anatolij. Altre fonti, invece, sostengono che queste curiose bambole di legno abbiano origine dalla cultura cinese, in riferimento alle scatole cinesi appunto, anch’esse di grandezza crescente inserite le une all’interno delle altre. Invece altri ancora sostengono che il primo a costruirle sia stato un monaco russo.
Al di là della loro vera origine, le matrioske sono portatrici di un significato ben preciso: bisogna sapere, infatti, che la parola in sé porta la radice latina di mater, ovvero madre. Proprio la madre costituisce il fulcro simbolico di queste graziose statuette. Il fatto che queste siano contenute reciprocamente in una matrioska più grande equivale a rendere l’idea del grembo materno che porta in sé un corpo più piccolo. Le matrioske, dunque, possono essere assunte a modello di generazione, in cui la maternità e la fertilità sono le caratteristiche primarie e indispensabili per la loro esistenza. La famiglia potrebbe essere un’altra componente simbolica e lo dimostra il fatto che la statuetta più grande è chiamata madre, mentre quella più piccola è chiamata seme. Ecco che anche qui la figura di colei che genera è centrale. D’altronde anche la loro corporeità fa pensare a quelle antiche sculture del paleolitico o ai giocattoli cinesi, giapponesi e indiani.
Potenzialmente, la matrioska può contenere al suo interno infinite altre matrioske, come può essere contenuta all’interno di altre infinite volte. E’ il simbolo della capacità della vita che non ha limiti, ma anche del Principio e della Fine, dell’Uno e del Molteplice. Dal Macro al Micro, si potrebbe pensare addirittura che questi piccoli simulacri di legno siano per estensione il simbolo dell’Universo.
Infine, anche il materiale di cui è fatta una matriosca non è casuale: il legno è duro da scalfire, durevole nel tempo, resistente, ma anche continuamente rinnovabile, come rinnovabile sono l’amore e la creazione. Anche il tipo di legno non è lasciato al caso: generalmente il tiglio e la betulla vengono utilizzati in maniera preponderante. Il primo è simbolo di fertilità e femminilità, mentre il secondo in Russia rappresenta fortuna e longevità.
Pittura, pezzo unico su legno