opera
Mondi Inanimati#forest
categoria | Fotografia |
soggetto | Paesaggio, Natura, Figura umana |
tags | conceptual art, antonella zito, mondi inanimati, forest |
base | 90 cm |
altezza | 60 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2018 |
Fine art | Hahnemühle Photo Rag 308 gsm su cartone alveolato
tiratura: 5
l linguaggio del nulla che aspetta di diventare qualcosa, anche se solo per un po’; il linguaggio dell’insignificante che aspetta che qualcuno gli dia un significato, anche se passeggero; il linguaggio dello spazio senza contorni, pronto ad accettare ogni contorno che gli venga offerto, anche se soltanto fino a che altri contorni gli siano dati; il linguaggio di uno spazio non segnato da cicatrici del passato, ma pronto ad accettare lame taglienti; il linguaggio della terra del continuo inizio, del luogo senza nome la cui identità non esiste ancora. (Zygmunt Bauman)
Il progetto “Mondi Inanimati” nasce da un aforisma di Bauman nel libro” La società dell’incertezza”. In questo progetto avviene un racconto di tante storie, tante vite differenti, di persone diverse, che però hanno un denominatore comune: la mancanza di un’identità. Si pensa all'identità quando non si è sicuri della propria appartenenza; e cioè, quando non si sa come inserirsi nell'evidente varietà di stili e moduli comportamentali, e come assicurarsi che le persone intorno accettino questo posizionamento come giusto e appropriato, in modo che entrambe le parti sappiano come andare avanti l'una in presenza dell'altra. L'identità è entrata nella mentalità e nella pratica moderna già sotto forma di compito individuale. Era compito dell'individuo trovare una via d'uscita dall'incertezza. Impersonalità, freddezza e vuoto sono parole essenziali nel linguaggio dell'ambiente; esse esprimono il desiderio di vedere ciò che è all'esterno come insignificante e privo di valore. Gli spazi dinamici nello scorrere del tempo, si contrappongono alla staticità dell’individuo.
tiratura: 5
l linguaggio del nulla che aspetta di diventare qualcosa, anche se solo per un po’; il linguaggio dell’insignificante che aspetta che qualcuno gli dia un significato, anche se passeggero; il linguaggio dello spazio senza contorni, pronto ad accettare ogni contorno che gli venga offerto, anche se soltanto fino a che altri contorni gli siano dati; il linguaggio di uno spazio non segnato da cicatrici del passato, ma pronto ad accettare lame taglienti; il linguaggio della terra del continuo inizio, del luogo senza nome la cui identità non esiste ancora. (Zygmunt Bauman)
Il progetto “Mondi Inanimati” nasce da un aforisma di Bauman nel libro” La società dell’incertezza”. In questo progetto avviene un racconto di tante storie, tante vite differenti, di persone diverse, che però hanno un denominatore comune: la mancanza di un’identità. Si pensa all'identità quando non si è sicuri della propria appartenenza; e cioè, quando non si sa come inserirsi nell'evidente varietà di stili e moduli comportamentali, e come assicurarsi che le persone intorno accettino questo posizionamento come giusto e appropriato, in modo che entrambe le parti sappiano come andare avanti l'una in presenza dell'altra. L'identità è entrata nella mentalità e nella pratica moderna già sotto forma di compito individuale. Era compito dell'individuo trovare una via d'uscita dall'incertezza. Impersonalità, freddezza e vuoto sono parole essenziali nel linguaggio dell'ambiente; esse esprimono il desiderio di vedere ciò che è all'esterno come insignificante e privo di valore. Gli spazi dinamici nello scorrere del tempo, si contrappongono alla staticità dell’individuo.