opera
Narcysus
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | installazione, narcisismo, narcysus, narciso, installazione artistica |
base | 200 cm |
altezza | 210 cm |
profondità | 180 cm |
anno | 2022 |
Narciso si riflette nell’acqua e si innamora di se stesso. Dov’è dunque lo spazio per l’altro?
Il narcisista usa l’altro per cercare conferma del proprio valore, e la sua relazione con l’esterno è funzionale solo a questo.
Il narcisismo, inteso nella sua accezione patologica, è caratterizzato da un intenso bisogno di ammirazione e riconoscimento associato alla difficoltà di riconoscere un mondo esterno avente esistenza autonoma: il mondo esiste solo per celebrare il proprio Io. Per innalzare la propria autostima, il narcisista patologico ricerca e instaura relazioni che gli garantiscano di avere una costante dimostrazione della propria superiorità rispetto agli altri, i quali servono solo a determinare questo riconoscimento pubblico. La condizione di reciprocità e simmetria è inammissibile. Nella creazione di un Io e di un Io sociale siamo costretti ad affrontare il nostro narcisismo scegliendo una delle due strade che ci conducono al grande teatro della vita: esserne parte attiva o passiva. Il narcisismo pur essendo indispensabile all’autostima dell’individuo, da un lato permette di esperire la nostra unicità nella relazione con gli altri e dall’altro è un aiuto nella difesa dalla propria aggressività e da quella del mondo.
Nell’installazione il fruitore è costretto a scegliere tra i due lati di un corridoio nel quale gioca con le parti asimmetriche della relazione narcisistica: un visitatore, infatti, accende l’immagine di un altro a sua insaputa attraverso un sensore e una videocamera, permettendo a chi passa davanti a una rete di zanzariera di proiettare sul corpo dell’altro la propria immagine e di rifletterla sia sul telo trasparente che su un secondo telo, creando un incastro indissolubile tra le parti. L’ opera gioca con le dinamiche narcisistiche presenti in tutti per poterle esorcizzare. Viene così preservata l’illusione di individuale onnipotenza e perfezione, ma anche il riconoscimento di un mondo esterno che comunque conserva una sua autonoma realtà. Il gioco di riflessioni è espresso, specularmente, anche nella traccia audio, che ripete in maniera ossessiva e immersiva la frase “Tu
sei il mio specchio”, pronunciata da una voce maschile e da una femminile.
Il narcisista usa l’altro per cercare conferma del proprio valore, e la sua relazione con l’esterno è funzionale solo a questo.
Il narcisismo, inteso nella sua accezione patologica, è caratterizzato da un intenso bisogno di ammirazione e riconoscimento associato alla difficoltà di riconoscere un mondo esterno avente esistenza autonoma: il mondo esiste solo per celebrare il proprio Io. Per innalzare la propria autostima, il narcisista patologico ricerca e instaura relazioni che gli garantiscano di avere una costante dimostrazione della propria superiorità rispetto agli altri, i quali servono solo a determinare questo riconoscimento pubblico. La condizione di reciprocità e simmetria è inammissibile. Nella creazione di un Io e di un Io sociale siamo costretti ad affrontare il nostro narcisismo scegliendo una delle due strade che ci conducono al grande teatro della vita: esserne parte attiva o passiva. Il narcisismo pur essendo indispensabile all’autostima dell’individuo, da un lato permette di esperire la nostra unicità nella relazione con gli altri e dall’altro è un aiuto nella difesa dalla propria aggressività e da quella del mondo.
Nell’installazione il fruitore è costretto a scegliere tra i due lati di un corridoio nel quale gioca con le parti asimmetriche della relazione narcisistica: un visitatore, infatti, accende l’immagine di un altro a sua insaputa attraverso un sensore e una videocamera, permettendo a chi passa davanti a una rete di zanzariera di proiettare sul corpo dell’altro la propria immagine e di rifletterla sia sul telo trasparente che su un secondo telo, creando un incastro indissolubile tra le parti. L’ opera gioca con le dinamiche narcisistiche presenti in tutti per poterle esorcizzare. Viene così preservata l’illusione di individuale onnipotenza e perfezione, ma anche il riconoscimento di un mondo esterno che comunque conserva una sua autonoma realtà. Il gioco di riflessioni è espresso, specularmente, anche nella traccia audio, che ripete in maniera ossessiva e immersiva la frase “Tu
sei il mio specchio”, pronunciata da una voce maschile e da una femminile.