opera
Neraria Herbarium (n. 60, 46, 45, 52, 54, 74, 69, 37, 71, 76) 2020-2024 opera in progress
categoria | Grafica |
soggetto | Natura, Astratto |
tags | |
base | 20 cm |
altezza | 28 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2024 |
Stampa digitale su cartoncino 300g, tiratura di 10 copie ognuna.
Neraria-Herbarium è un’opera in divenire, costituita da disegni di piante immaginarie (attualmente un centinaio) di dimensioni costanti accumulatisi nel corso di diversi anni.
I vegetali che ne fanno parte sono frutto di disegni su carta che in seguito sono stati terminati e stampati in digitale.
Il mio erbario immaginario è nato durante la pandemia, in corrispondenza della nascita di mia figlia. Il primo fiore dell’erbario nasce dall’esigenza di esorcizzare e trasformare il dolore del parto e la depressione post partum.
Ogni pianta suggerisce organi femminili e/o maschili, oggetti quotidiani, batteri, virus o atomi, e l’innesto di elementi improbabili genera nuove forme autogene che immagino svilupparsi in un futuro in cui l’assenza dell’uomo comporta arricchimento e diversificazioni inimmaginabili.
Sono piante nate all’interno del nostro mondo tecnologizzato, in cui la natura si ibrida con l’artefatto umano.
Queste creazioni sono diventate come una sorta di diario quotidiano, una pratica giornaliera che mi ha portato a focalizzare l’attenzione su dettagli inaspettati, memorie, esperienze personali e stati d’animo.
Questo lungo repertorio di vegetali inesistenti, ibridi, multiformi attraverso la loro duplice natura trasforma il tragico in ludico, il mortifero in vitale, il metallico in organico, ecc.
Neraria-Herbarium è un’opera in divenire, costituita da disegni di piante immaginarie (attualmente un centinaio) di dimensioni costanti accumulatisi nel corso di diversi anni.
I vegetali che ne fanno parte sono frutto di disegni su carta che in seguito sono stati terminati e stampati in digitale.
Il mio erbario immaginario è nato durante la pandemia, in corrispondenza della nascita di mia figlia. Il primo fiore dell’erbario nasce dall’esigenza di esorcizzare e trasformare il dolore del parto e la depressione post partum.
Ogni pianta suggerisce organi femminili e/o maschili, oggetti quotidiani, batteri, virus o atomi, e l’innesto di elementi improbabili genera nuove forme autogene che immagino svilupparsi in un futuro in cui l’assenza dell’uomo comporta arricchimento e diversificazioni inimmaginabili.
Sono piante nate all’interno del nostro mondo tecnologizzato, in cui la natura si ibrida con l’artefatto umano.
Queste creazioni sono diventate come una sorta di diario quotidiano, una pratica giornaliera che mi ha portato a focalizzare l’attenzione su dettagli inaspettati, memorie, esperienze personali e stati d’animo.
Questo lungo repertorio di vegetali inesistenti, ibridi, multiformi attraverso la loro duplice natura trasforma il tragico in ludico, il mortifero in vitale, il metallico in organico, ecc.