opera
One two three taste
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto |
tags | performance, food, ceramic, sound, installation, grottaglie, recording |
base | 300 cm |
altezza | 170 cm |
profondità | 200 cm |
anno | 2021 |
Legno di Pioppo, terracotta smaltata,
sistema di amplificazione acustica tramite microfoni piezoelettrici e a condensatore, mixer digitale, speaker L+R. Dimensioni variabili.
L’approccio deve essere assolutamente sinestetico, deve esserci chiaro fin da subito che Giulio Polloniato, artista e musicista, non vuole farci vedere un’installazione, non vuole mostrarci i suoi capolavori o le sue finissime decorazioni, lui ci invita ad un convivio gustoso, profumato ed amplificato. Un connubio ed una continua ricerca tra le sue due grandi passioni: l’arte ceramica e la musica. La tavola apparecchiata diventa un pretesto per l’incontro tra diverse persone che casualmente decidono di cenare assieme, passanti curiosi, amici, appassionati d’arte. E nello svolgere questa pratica collettiva fatta di movimenti cadenzati ed automatici generano un ticchettio ritmico prodotto dall’incontro delle stoviglie con la superficie del piatto, un insieme di suoni interrotto talvolta dallo scrosciare dell’acqua che dalla brocca passa al bicchiere lambendo poi le labbra dei commensali. E così, come nell’Antica Grecia, il banchetto si trasforma in un Symposio, un dialogo tra vibrazioni e frequenze prodotte dai commensali quasi inconsapevolmente mentre consumano il cibo servito su un servizio in terra rossa e cristallina. L’happening, seppur libero, prevede però un orchestrazione: il nostro direttore Giulio registra i suoni, li amplifica, li arrangia, li mixa, li armonizza e li rielabora fino ad arrivare ad una narrazione sinfonica che verrà riproposta in loop durante tutta la durata della mostra. La sequenza dei suoni registrati ricorda il rumore dei cocci, ma non è un rumore violento di qualcosa che si rompe, anzi tra timbriche e silenzi si è costituito un discorso armonico che ci evoca ciò che è stato in questo spazio in un altro tempo: un convivio tra otto commensali.
Elena Agosti, curatrice del progetto
sistema di amplificazione acustica tramite microfoni piezoelettrici e a condensatore, mixer digitale, speaker L+R. Dimensioni variabili.
L’approccio deve essere assolutamente sinestetico, deve esserci chiaro fin da subito che Giulio Polloniato, artista e musicista, non vuole farci vedere un’installazione, non vuole mostrarci i suoi capolavori o le sue finissime decorazioni, lui ci invita ad un convivio gustoso, profumato ed amplificato. Un connubio ed una continua ricerca tra le sue due grandi passioni: l’arte ceramica e la musica. La tavola apparecchiata diventa un pretesto per l’incontro tra diverse persone che casualmente decidono di cenare assieme, passanti curiosi, amici, appassionati d’arte. E nello svolgere questa pratica collettiva fatta di movimenti cadenzati ed automatici generano un ticchettio ritmico prodotto dall’incontro delle stoviglie con la superficie del piatto, un insieme di suoni interrotto talvolta dallo scrosciare dell’acqua che dalla brocca passa al bicchiere lambendo poi le labbra dei commensali. E così, come nell’Antica Grecia, il banchetto si trasforma in un Symposio, un dialogo tra vibrazioni e frequenze prodotte dai commensali quasi inconsapevolmente mentre consumano il cibo servito su un servizio in terra rossa e cristallina. L’happening, seppur libero, prevede però un orchestrazione: il nostro direttore Giulio registra i suoni, li amplifica, li arrangia, li mixa, li armonizza e li rielabora fino ad arrivare ad una narrazione sinfonica che verrà riproposta in loop durante tutta la durata della mostra. La sequenza dei suoni registrati ricorda il rumore dei cocci, ma non è un rumore violento di qualcosa che si rompe, anzi tra timbriche e silenzi si è costituito un discorso armonico che ci evoca ciò che è stato in questo spazio in un altro tempo: un convivio tra otto commensali.
Elena Agosti, curatrice del progetto