opera
Oscillazione Obliqua
categoria | Performance |
soggetto | Figura umana, Astratto, Architettura |
tags | |
minuti | 7 |
secondi | 36 |
anno | 2020 |
Oscillazione Obliqua: Performance: Borca di Cadore (BL), colonia dell’Ex Villaggio Eni, 60 minuti Video: Giacomo Segantin; 2020
In Oscillazione obliqua (2020) ho attraversato parte della Colonia dell’ex Villaggio Eni procedendo gradualmente lungo un nastro adesivo, applicato a pavimento appoggiando un piede in fila all’altro servendomi esclusivamente del mio passo e peso corporeo, per stabilire un primo punto di contatto con il luogo e lasciarne una traccia visibile. Il primo contatto fisico che si attua durante una presentazione, dalla stretta di mano ai primi passi in un ambiente sconosciuto, sancisce la possibilità di avere un’intesa, di diventare intimi oppure, di riprendere da dove ci si è lasciati anche dopo un lungo lasso di tempo.
Ad un anno di distanza dalla prima interazione, il rapporto di conoscenza riprende da dove si è interrotto: attraverso la stessa pratica adottata durante il primo contatto, vado a ripercorrere la traccia del primo passaggio nella sua interezza per lasciarne una nuova semi sovrapposta.
Proprio come nel caso delle relazioni in particolare del sé relazionale, la nuova traccia si modella sulla base dell’interazione già avvenuta ma non la sostituisce, anche il nastro adesivo nuovo si colloca sopra a quello steso precedentemente senza sovrapporsi completamente.
Le tracce, insieme alle loro variazioni come l’usura del tempo e al contrasto più marcato nei punti in cui non si intersecano tra di loro, immettono nello spazio una mappatura fisica che monitora/mostra i passaggi e la progressione del processo di conoscenza.
In Oscillazione obliqua (2020) ho attraversato parte della Colonia dell’ex Villaggio Eni procedendo gradualmente lungo un nastro adesivo, applicato a pavimento appoggiando un piede in fila all’altro servendomi esclusivamente del mio passo e peso corporeo, per stabilire un primo punto di contatto con il luogo e lasciarne una traccia visibile. Il primo contatto fisico che si attua durante una presentazione, dalla stretta di mano ai primi passi in un ambiente sconosciuto, sancisce la possibilità di avere un’intesa, di diventare intimi oppure, di riprendere da dove ci si è lasciati anche dopo un lungo lasso di tempo.
Ad un anno di distanza dalla prima interazione, il rapporto di conoscenza riprende da dove si è interrotto: attraverso la stessa pratica adottata durante il primo contatto, vado a ripercorrere la traccia del primo passaggio nella sua interezza per lasciarne una nuova semi sovrapposta.
Proprio come nel caso delle relazioni in particolare del sé relazionale, la nuova traccia si modella sulla base dell’interazione già avvenuta ma non la sostituisce, anche il nastro adesivo nuovo si colloca sopra a quello steso precedentemente senza sovrapporsi completamente.
Le tracce, insieme alle loro variazioni come l’usura del tempo e al contrasto più marcato nei punti in cui non si intersecano tra di loro, immettono nello spazio una mappatura fisica che monitora/mostra i passaggi e la progressione del processo di conoscenza.