opera
PAURA E DESIDERIO | Un’introspezione in controluce
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | |
base | 10000 cm |
altezza | 2700 cm |
profondità | 10000 cm |
anno | 2020 |
POETICA
Il progetto indaga con delicatezza e profondità l’esperienza del confinamento
dei mesi di marzo e aprile proponendo un percorso in cui il vissuto individuale si
confronta, si fonde, si destruttura e si ricompone in un’unica esperienza collettiva.
I trentacinque testi raccolti da Barbara Ventura durante il lockdown italiano e le
fotografie di Francesco Acerbis realizzate nel medesimo periodo nella capitale
francese si susseguono impressi su cinquantasei grandi fogli di carta piegati a
mano con la tecnica del miura ori che, fluttuando nello spazio, creano un
labirinto di parole e immagini, di fruscio e musica, in cui il tempo sospeso
dell’emozione si dilata nello spazio poetico dell’installazione. Da Bergamo a Parigi,
da Venezia a Bologna la paura e il desiderio hanno lo stesso profumo di carta e
inchiostro, escono dalle mura di casa e si riflettono come un gioco di specchi
nell’esperienza individuale.
L’installazione si colloca nello spazio raccolto di Büro: le emozioni e i ricordi della
primavera passata riemergono in una dimensione artistica ma al contempo intima
come quella di una casa.
Installazione di Barbara Ventura con il contributo fotografico di Francesco Acerbis e musica di Michele Agazzi.
TECNICA
Testi trascritti con macchina da scrivere. Fotografie trasferite a caldo. Piegatura carta con tecnica miura-ori. Sospensione.
Il progetto indaga con delicatezza e profondità l’esperienza del confinamento
dei mesi di marzo e aprile proponendo un percorso in cui il vissuto individuale si
confronta, si fonde, si destruttura e si ricompone in un’unica esperienza collettiva.
I trentacinque testi raccolti da Barbara Ventura durante il lockdown italiano e le
fotografie di Francesco Acerbis realizzate nel medesimo periodo nella capitale
francese si susseguono impressi su cinquantasei grandi fogli di carta piegati a
mano con la tecnica del miura ori che, fluttuando nello spazio, creano un
labirinto di parole e immagini, di fruscio e musica, in cui il tempo sospeso
dell’emozione si dilata nello spazio poetico dell’installazione. Da Bergamo a Parigi,
da Venezia a Bologna la paura e il desiderio hanno lo stesso profumo di carta e
inchiostro, escono dalle mura di casa e si riflettono come un gioco di specchi
nell’esperienza individuale.
L’installazione si colloca nello spazio raccolto di Büro: le emozioni e i ricordi della
primavera passata riemergono in una dimensione artistica ma al contempo intima
come quella di una casa.
Installazione di Barbara Ventura con il contributo fotografico di Francesco Acerbis e musica di Michele Agazzi.
TECNICA
Testi trascritti con macchina da scrivere. Fotografie trasferite a caldo. Piegatura carta con tecnica miura-ori. Sospensione.