opera
Per sentito dire
categoria | Installazione |
soggetto | Architettura, Astratto, Natura |
tags | persentitodire, maiolica, ceramica, porcellana, lacadutadelcielo, scultura, installazione, sound |
base | 500 cm |
altezza | 180 cm |
profondità | 400 cm |
anno | 2024 |
Marostica, 5 aprile 2084
Il cannone ha rotto il cielo! Il cannone ha rotto il cielo!
I cannoni antigrandine, strumenti emblema dell’ingegno umano, sono il motore di una catastrofe senza precedenti. Un boato anomalo ha attraversato le colline punteggiate dagli alberi di ciliegio e il cielo ha cominciato a spezzarsi. Migliaia di frammenti luminescenti si sono staccati dalla volta celeste, precipitando al suolo in una pioggia di schegge incandescenti. Ora il cielo è un mosaico disordinato, le scienziate osservano con sconcerto l’accaduto. Si raccolgono i cocci tra i frutteti in fiore.
Per sentito dire narra della maldestra presunzione dell’essere umano di poter dare forma ai cieli e ai fenomeni metereologici. Lo scenario distopico di un cielo infranto, rivela le reali contraddizioni del pensiero antropocentrico.
Ancora oggi, per evitare che le coltivazioni da frutto in larga scala possano essere danneggiate dai temporali, si ostenta a ricorrere all’uso di cannoni antigrandine che millantano di distruggere gli agglomerati di aria fredda che causano la caduta della grandine. Studi accurati però, ne smentiscono con certezza la reale funzione, rendendo così tali oggetti inutili installazioni impattanti per l’ecosistema che le ospita, sia dal punto di vista del paesaggio visivo che del paesaggio acustico.
Il titolo mette in primo piano l’udito, e porta con sé l’idea che l’uso di tali artifici non si basi su conoscenze reali, bensì tragga vantaggio da credenze collettive, a loro volta alimentate dalle necessità di mercato per la produzione agricola industriale.
Tecnica: maiolica, ceramica refrattaria, porcellana, ossidi, speaker bluetooth. Pezzo unico.
Il cannone ha rotto il cielo! Il cannone ha rotto il cielo!
I cannoni antigrandine, strumenti emblema dell’ingegno umano, sono il motore di una catastrofe senza precedenti. Un boato anomalo ha attraversato le colline punteggiate dagli alberi di ciliegio e il cielo ha cominciato a spezzarsi. Migliaia di frammenti luminescenti si sono staccati dalla volta celeste, precipitando al suolo in una pioggia di schegge incandescenti. Ora il cielo è un mosaico disordinato, le scienziate osservano con sconcerto l’accaduto. Si raccolgono i cocci tra i frutteti in fiore.
Per sentito dire narra della maldestra presunzione dell’essere umano di poter dare forma ai cieli e ai fenomeni metereologici. Lo scenario distopico di un cielo infranto, rivela le reali contraddizioni del pensiero antropocentrico.
Ancora oggi, per evitare che le coltivazioni da frutto in larga scala possano essere danneggiate dai temporali, si ostenta a ricorrere all’uso di cannoni antigrandine che millantano di distruggere gli agglomerati di aria fredda che causano la caduta della grandine. Studi accurati però, ne smentiscono con certezza la reale funzione, rendendo così tali oggetti inutili installazioni impattanti per l’ecosistema che le ospita, sia dal punto di vista del paesaggio visivo che del paesaggio acustico.
Il titolo mette in primo piano l’udito, e porta con sé l’idea che l’uso di tali artifici non si basi su conoscenze reali, bensì tragga vantaggio da credenze collettive, a loro volta alimentate dalle necessità di mercato per la produzione agricola industriale.
Tecnica: maiolica, ceramica refrattaria, porcellana, ossidi, speaker bluetooth. Pezzo unico.