opera
PREGHIERA – Non voglio continuare a sbagliare
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto |
tags | preghiera parole carta installazione ripetizione |
base | 100 cm |
altezza | 40 cm |
profondità | 900 cm |
anno | 2018 |
carta, inchiostro, lana, filo di nilon
tecnica mista
Questo lavoro è una preghiera, una meditazione su quella perfezione cui tanto si anela ma che è sempre lontana. Nasce dall’osservazione degli errori che continuo a fare e da una profonda analisi che mi ha portato a capire che "io" sono anche i miei errori.
L’installazione è composta da 108 grani (fatti di fogli di quaderno scritti e appallottolati) e una nappa di lana, come una vera e propria mala, rosario buddista. La mala, o meglio japa mala (che vorrebbe dire ghirlanda per mormorare), si usa per meditare recitando dei mantra.
Come spesso nei miei lavori, anche questa volta è stata la ripetizione di una frase “Non voglio continuare a sbagliare”, a guidarmi. Ho scritto questa frase riempiendo vari quaderni. Finita questa prima fase di scrittura, ho strappato le pagine e le ho appallottolate, come un gesto catartico per liberarmi del mio forte desiderio di perfezione. Con queste “palle” di carta ho composto un mala, un oggetto/preghiera. Una preghiera di accettazione
tecnica mista
Questo lavoro è una preghiera, una meditazione su quella perfezione cui tanto si anela ma che è sempre lontana. Nasce dall’osservazione degli errori che continuo a fare e da una profonda analisi che mi ha portato a capire che "io" sono anche i miei errori.
L’installazione è composta da 108 grani (fatti di fogli di quaderno scritti e appallottolati) e una nappa di lana, come una vera e propria mala, rosario buddista. La mala, o meglio japa mala (che vorrebbe dire ghirlanda per mormorare), si usa per meditare recitando dei mantra.
Come spesso nei miei lavori, anche questa volta è stata la ripetizione di una frase “Non voglio continuare a sbagliare”, a guidarmi. Ho scritto questa frase riempiendo vari quaderni. Finita questa prima fase di scrittura, ho strappato le pagine e le ho appallottolate, come un gesto catartico per liberarmi del mio forte desiderio di perfezione. Con queste “palle” di carta ho composto un mala, un oggetto/preghiera. Una preghiera di accettazione