opera
PSICOGEOGRAFIA DEL CORPO
categoria | Installazione |
soggetto | Natura, Figura umana |
tags | psicogeografia, corpo, linea, geografia |
base | 20 cm |
altezza | 15 cm |
profondità | 20 cm |
anno | 2022 |
Abitare è appartenenza e protagonista è un Io che in quanto corpo si definisce per il suo situarsi in uno spazio che possiede e al quale, in pari tempo, appartiene: un Io che si distacca da ciò che lo circonda grazie alla sua capacità di pensarlo, ma in pari tempo vi si immerge.
"La terra e il cielo non sono che l’estensione della nostra pelle, e noi vi viviamo immersi come una medusa nel mare."
L’abitare non è fatto solo di corpi, di spazi, di cose, ma anche di rapporti tra i corpi, gli spazi, le cose.
Il corpo è colto nella sua materialità, nella sua forma che si fa stampo di ogni modello abitativo, si fa misura di un intorno destinato a ricalcarlo, producendo lo spazio a partire dal suo spazio.
Negli anni accademici ho lavorato tanto sul corpo, sulla sua idea, sulle sue linee, ho prodotto una quantità infinita di calchi al vivo per poi cercare di assemblare questi pezzi con l’intenzione di creare qualcosa di altro, di fluido, paesaggistico, fittizio.
Applicare l’idea situazionista del detournement direttamente sul corpo, trasformandolo in geografia, luogo che viene abitato e attraverso il quale si abita.
Non capii mai bene cosa significasse questa infinita ricerca fino a che non lessi questa delicatissima citazione di Andy Warhol:
"Scatto foto di nudi, ma non so se dovrei chiamarli nudi.
Dovrei usare un termine più artistico come paesaggi."
Così capii realmente quale fosse il sentimento che provavo dietro a queste forme.
Quello che ne viene fuori è un'installazione composta da un puzzle di forme esagonali 20x15x20 cada uno, che presenta delle anatomie sulle sue superfici, anatomie che si rincorrono attraverso le linee che portano con sè, costruendo una mappa che pare geografia.
I materiali sono marmo bianco di Carrara e terracotta.
In potenza l'estensione è infinita.
"La terra e il cielo non sono che l’estensione della nostra pelle, e noi vi viviamo immersi come una medusa nel mare."
L’abitare non è fatto solo di corpi, di spazi, di cose, ma anche di rapporti tra i corpi, gli spazi, le cose.
Il corpo è colto nella sua materialità, nella sua forma che si fa stampo di ogni modello abitativo, si fa misura di un intorno destinato a ricalcarlo, producendo lo spazio a partire dal suo spazio.
Negli anni accademici ho lavorato tanto sul corpo, sulla sua idea, sulle sue linee, ho prodotto una quantità infinita di calchi al vivo per poi cercare di assemblare questi pezzi con l’intenzione di creare qualcosa di altro, di fluido, paesaggistico, fittizio.
Applicare l’idea situazionista del detournement direttamente sul corpo, trasformandolo in geografia, luogo che viene abitato e attraverso il quale si abita.
Non capii mai bene cosa significasse questa infinita ricerca fino a che non lessi questa delicatissima citazione di Andy Warhol:
"Scatto foto di nudi, ma non so se dovrei chiamarli nudi.
Dovrei usare un termine più artistico come paesaggi."
Così capii realmente quale fosse il sentimento che provavo dietro a queste forme.
Quello che ne viene fuori è un'installazione composta da un puzzle di forme esagonali 20x15x20 cada uno, che presenta delle anatomie sulle sue superfici, anatomie che si rincorrono attraverso le linee che portano con sè, costruendo una mappa che pare geografia.
I materiali sono marmo bianco di Carrara e terracotta.
In potenza l'estensione è infinita.