opera
roma
categoria | Installazione |
soggetto | Paesaggio, Astratto, Architettura |
tags | Pietra, Roma IT, Margraf, Città, Mappa |
base | 170 cm |
altezza | 120 cm |
profondità | 3 cm |
anno | 2020 |
vasto e vibrante lo spazio silente
ruvidi e intarsiati i suoi spessori
limpidi e fulminei i suoi bagliori
labili e invisibili le sue rovine
buio e misterioso il suo ricordo
Dicono che la cosa più importante di una civiltà* è ciò che essa proibisce all’essere umano, senza se, senza ma. Un buon cittadino ad esempio, eviterà di attraversare una rotonda al contrario, Dio solo sa perché, ragion per cui, fin dalla prima infanzia viene difficile da spiegare una simile propensione spaziale. Pare si tratti di buona educazione, assunta e recepita dalla collettività, in parte, giustificata dalla memoria di un’aristocrazia del sentimento che va sedimentandosi e cristallizzandosi nei secoli perduti dei tempi d’oro. Pensando alla modestia religiosa occidentale, si finisce per concordare un fatto rispetto a tanti altri: “sono 2000 anni che si racconta alla gente la stessa, identica storia”. Infatti, tornando alla fede, si finisce per credere alle stesse idee, agli stessi fatti, alle stesse eresie dando per scontato e accettando, che l’attesa sul marciapiede del verde semaforico** sia buona norma in termini di sicurezza personale e stradale. Forse, solo a coloro che si ritengono laici è offerto il grave compito di trovare il bene nella mutevolezza degli eventi, forse solo ora, capisco l’impatto della psicoanalisi.
* Robert Musil, L’uomo senza qualità
** Georges Perec, Specie di spazi
Travertino inciso con punta diamantata
ruvidi e intarsiati i suoi spessori
limpidi e fulminei i suoi bagliori
labili e invisibili le sue rovine
buio e misterioso il suo ricordo
Dicono che la cosa più importante di una civiltà* è ciò che essa proibisce all’essere umano, senza se, senza ma. Un buon cittadino ad esempio, eviterà di attraversare una rotonda al contrario, Dio solo sa perché, ragion per cui, fin dalla prima infanzia viene difficile da spiegare una simile propensione spaziale. Pare si tratti di buona educazione, assunta e recepita dalla collettività, in parte, giustificata dalla memoria di un’aristocrazia del sentimento che va sedimentandosi e cristallizzandosi nei secoli perduti dei tempi d’oro. Pensando alla modestia religiosa occidentale, si finisce per concordare un fatto rispetto a tanti altri: “sono 2000 anni che si racconta alla gente la stessa, identica storia”. Infatti, tornando alla fede, si finisce per credere alle stesse idee, agli stessi fatti, alle stesse eresie dando per scontato e accettando, che l’attesa sul marciapiede del verde semaforico** sia buona norma in termini di sicurezza personale e stradale. Forse, solo a coloro che si ritengono laici è offerto il grave compito di trovare il bene nella mutevolezza degli eventi, forse solo ora, capisco l’impatto della psicoanalisi.
* Robert Musil, L’uomo senza qualità
** Georges Perec, Specie di spazi
Travertino inciso con punta diamantata