opera
Senza Titolo
categoria | Altro |
soggetto | Paesaggio, Figura umana, Astratto |
tags | |
base | 90 cm |
altezza | 60 cm |
profondità | 4 cm |
anno | 2015 |
STENCIL, VERNICE SPRAY, ACETATO, CARTONCINO PASSE PARTOUT, AUDIO - POLITTICO
22’ LOOP
"L’evocazione della trasformazione della materia è al centro della ricerca di Vincenzo D’Argenio. La sequenza narra il mutamento in atto di un elemento del quale non possiamo identificare la natura, che va dall’infinitamente piccolo alla progressiva espansione della superficie. L’oggetto si appropria dello spazio e lo popola con la sua struttura amorfa che destabilizza la percezione dei piani. D’Argenio inserisce una perturbazione nella continuità logica dell’opera attraverso il suono, un rumore elettronico diffuso dalle cuffie, che smentisce l’elemento organico in formazione.
La trasparenza del supporto incastonato in cornici profonde, produce un rapporto di presenza-assenza dell’ombra degli elementi tracciati, attivati dall’orientamento della fonte luminosa. In assenza di luce la materia non esiste, il reale si occulta diventando una pura eventualità. L’opera, però, è un’organizzazione di materia del tutto eccezionale che non risponde alle caratteristiche fisiche degli altri elementi. Essa, infatti, si schiude allo sguardo e contemporaneamente si ritrae, assumendo tutti i significati che le sono impressi e che è possibile leggervi, eppure tace inerte".
L. Berti
22’ LOOP
"L’evocazione della trasformazione della materia è al centro della ricerca di Vincenzo D’Argenio. La sequenza narra il mutamento in atto di un elemento del quale non possiamo identificare la natura, che va dall’infinitamente piccolo alla progressiva espansione della superficie. L’oggetto si appropria dello spazio e lo popola con la sua struttura amorfa che destabilizza la percezione dei piani. D’Argenio inserisce una perturbazione nella continuità logica dell’opera attraverso il suono, un rumore elettronico diffuso dalle cuffie, che smentisce l’elemento organico in formazione.
La trasparenza del supporto incastonato in cornici profonde, produce un rapporto di presenza-assenza dell’ombra degli elementi tracciati, attivati dall’orientamento della fonte luminosa. In assenza di luce la materia non esiste, il reale si occulta diventando una pura eventualità. L’opera, però, è un’organizzazione di materia del tutto eccezionale che non risponde alle caratteristiche fisiche degli altri elementi. Essa, infatti, si schiude allo sguardo e contemporaneamente si ritrae, assumendo tutti i significati che le sono impressi e che è possibile leggervi, eppure tace inerte".
L. Berti