opera
Silent Barriers
categoria | Scultura |
soggetto | Figura umana |
tags | mani, fli, invisibili, carta, scultura, confini, limiti, grafite |
base | 100 cm |
altezza | 40 cm |
profondità | 40 cm |
anno | 2020 |
Silent Barriers è un’ opera nata durante il periodo di lockdown di Febbraio-Marzo 2020.
E’ subito stato chiaro come al centro della discussione ci fossero il distanziamento e il confine.
L’immagine che ho ancora vivida nella mia mente e che non dimenticherò erano una figlia e un padre lontani l’uno dall’altro, vicini, ma separati da una linea invisibile che separava la città in isolamento dal resto del mondo. La scena è avvenuta a Codogno, la prima città in Italia diventata zona rossa.
Erano vicini ma la distanza sembrava essere più profonda. Divisi da una barriera invisibile, non potevano toccarsi.
“Silent Barriers” è un’opera sui confini. È il prodotto di una riflessione sulle barriere invisibili che sembrano dividerci; potrebbe essere qualcosa di così piccolo da essere invisibile, come un virus, una barriera politica o, peggio, una discriminazione etnica.
È affascinante e tuttavia strano vedere come i confini siano convenzioni invisibili, in grado di influenzare radicalmente l’atteggiamento delle persone che abitano inconsciamente queste strutture aleatorie.
Grafite su carta, fili di nylon.
E’ subito stato chiaro come al centro della discussione ci fossero il distanziamento e il confine.
L’immagine che ho ancora vivida nella mia mente e che non dimenticherò erano una figlia e un padre lontani l’uno dall’altro, vicini, ma separati da una linea invisibile che separava la città in isolamento dal resto del mondo. La scena è avvenuta a Codogno, la prima città in Italia diventata zona rossa.
Erano vicini ma la distanza sembrava essere più profonda. Divisi da una barriera invisibile, non potevano toccarsi.
“Silent Barriers” è un’opera sui confini. È il prodotto di una riflessione sulle barriere invisibili che sembrano dividerci; potrebbe essere qualcosa di così piccolo da essere invisibile, come un virus, una barriera politica o, peggio, una discriminazione etnica.
È affascinante e tuttavia strano vedere come i confini siano convenzioni invisibili, in grado di influenzare radicalmente l’atteggiamento delle persone che abitano inconsciamente queste strutture aleatorie.
Grafite su carta, fili di nylon.