opera
Sofisma
categoria | Scultura |
soggetto | Politico/Sociale, Figura umana, Bellezza |
tags | Uomo, Scultura iperrealista, Scultura, Corpo |
base | 150 cm |
altezza | 1300 cm |
profondità | 50 cm |
anno | 2022 |
Sofisma, 2020
Silicone e materiali vari
Opera unica
La rappresentazione realistica di SOFISMA è un anziano preoccupato molto più dell’imminente futuro che della condizione di déshabillé – un canuto signore che tanto ricorda il dio dell’iconografia classica e pubblicitaria (anch’essa classica a suo modo) - messo di fronte alla scelta ineluttabile degli eventi incontrollabili. Uno dei significati dell’opera potrebbe essere che anche nei limiti della presunzione e del sussiego di una volontà eccedente le sue possibilità, si è sempre esposti all’abisso della hybris, della tracotanza, quando si giunge al punto di non ritorno, all’orizzonte degli eventi, come su un trampolino senza scala da cui non si può scendere se non saltando. In presenza di un’unica possibilità quindi non ci si può che affidare ad un atto di fede, perché a volte gli eventi trascendono le nostre potenzialità. E se la stessa fonte della fede emana una qualche tensione nel momento prima del tuffo, se anche Lui ha delle lecite perplessità, in cosa poter fare ancora affidamento?
Il senso di SOFISMA avvicina al limite, ad un fondo essenziale, esistenziale (la biancheria intima ci descrive l’habitus minimo dell’uomo sociale), rappresenta quanto sia ineluttabile il destino e beffarda la scelta di un’unica alternativa. Non c’è via di scampo, non si scende se non lanciandosi e sperando di fare centro.
Perché poi, alla fine, si tratta più o meno sempre di far centro.
Silicone e materiali vari
Opera unica
La rappresentazione realistica di SOFISMA è un anziano preoccupato molto più dell’imminente futuro che della condizione di déshabillé – un canuto signore che tanto ricorda il dio dell’iconografia classica e pubblicitaria (anch’essa classica a suo modo) - messo di fronte alla scelta ineluttabile degli eventi incontrollabili. Uno dei significati dell’opera potrebbe essere che anche nei limiti della presunzione e del sussiego di una volontà eccedente le sue possibilità, si è sempre esposti all’abisso della hybris, della tracotanza, quando si giunge al punto di non ritorno, all’orizzonte degli eventi, come su un trampolino senza scala da cui non si può scendere se non saltando. In presenza di un’unica possibilità quindi non ci si può che affidare ad un atto di fede, perché a volte gli eventi trascendono le nostre potenzialità. E se la stessa fonte della fede emana una qualche tensione nel momento prima del tuffo, se anche Lui ha delle lecite perplessità, in cosa poter fare ancora affidamento?
Il senso di SOFISMA avvicina al limite, ad un fondo essenziale, esistenziale (la biancheria intima ci descrive l’habitus minimo dell’uomo sociale), rappresenta quanto sia ineluttabile il destino e beffarda la scelta di un’unica alternativa. Non c’è via di scampo, non si scende se non lanciandosi e sperando di fare centro.
Perché poi, alla fine, si tratta più o meno sempre di far centro.