opera
Sotto il flusso del fiume
categoria | Installazione |
soggetto | Viaggi, Paesaggio, Natura, Astratto |
tags | #fiber#textile |
base | 60 cm |
altezza | 80 cm |
profondità | 60 cm |
anno | 2020 |
Sotto il flusso del fiume, dimensioni variabili, filo e filo, 2020
Una forma non determinata, levigata ed erosa da pensieri e ricordi, aperta a diverse connessioni, s’innalza dal suolo, stimolando chi si confronta con essa a sentirsi un navigante volto ad intraprendere un viaggio nel fiume del proprio pensiero, facendosi domande, riflessioni, indagini e cercando all’interno dei propri ricordi delle ipotetiche relazioni tra sistemi del mondo naturale in cui si è percepito o immaginato di percepire una forma simile.
L’installazione è una vera e propria analogia, una roccia, una reliquia che può esistere in qualsiasi spazio, in qualsiasi luogo, in qualsiasi fiume non determinato da una precisa posizione geografica, che si rende visibile e percepibile solo a chi intende tessere collegamenti e navigare tra le proprie memorie levigate e scolpite dal flusso della vita.
Quasi una pietra calcarea, i cui ricordi di un fiume in piena si sono sedimentati su di essa, levigando e scolpendo la bianca, pura, candida, fredda come la neve forma, che emerge dal suolo generando nodi, matasse, grovigli, fili che diventano simboli di pensieri, di relazioni, di legami, di rapporti personali o talvolta lasciateci in dono da altri.
Il filo, elemento primo dell’opera, diventa sia strumento d’analisi e riflessione, sia strumento materiale per la concretizzazione dell’idea della mente, che altrimenti prenderebbe freddo.
In un tempo lunghissimo, un filo si di un filo e un altro filo ancora dà corpo alla bianca forma calcarea, avvolgendola con una pelle sensibile, caricandola cosi di ricordi, di memorie in modo da poter essere rivissute, dove tutti possono entrare nel ricordo e muoversi all’interno di esso.
Una forma non determinata, levigata ed erosa da pensieri e ricordi, aperta a diverse connessioni, s’innalza dal suolo, stimolando chi si confronta con essa a sentirsi un navigante volto ad intraprendere un viaggio nel fiume del proprio pensiero, facendosi domande, riflessioni, indagini e cercando all’interno dei propri ricordi delle ipotetiche relazioni tra sistemi del mondo naturale in cui si è percepito o immaginato di percepire una forma simile.
L’installazione è una vera e propria analogia, una roccia, una reliquia che può esistere in qualsiasi spazio, in qualsiasi luogo, in qualsiasi fiume non determinato da una precisa posizione geografica, che si rende visibile e percepibile solo a chi intende tessere collegamenti e navigare tra le proprie memorie levigate e scolpite dal flusso della vita.
Quasi una pietra calcarea, i cui ricordi di un fiume in piena si sono sedimentati su di essa, levigando e scolpendo la bianca, pura, candida, fredda come la neve forma, che emerge dal suolo generando nodi, matasse, grovigli, fili che diventano simboli di pensieri, di relazioni, di legami, di rapporti personali o talvolta lasciateci in dono da altri.
Il filo, elemento primo dell’opera, diventa sia strumento d’analisi e riflessione, sia strumento materiale per la concretizzazione dell’idea della mente, che altrimenti prenderebbe freddo.
In un tempo lunghissimo, un filo si di un filo e un altro filo ancora dà corpo alla bianca forma calcarea, avvolgendola con una pelle sensibile, caricandola cosi di ricordi, di memorie in modo da poter essere rivissute, dove tutti possono entrare nel ricordo e muoversi all’interno di esso.