opera
Spazio che chiacchiera – II
categoria | Scultura |
soggetto | Animale, Astratto, Natura |
tags | rane, scultura interattiva, suono, soundscape |
base | 33 cm |
altezza | 17 cm |
profondità | 35 cm |
anno | 2024 |
Scultura interattiva
33 × 35 × 17 cm + base nera 59 × 66 × 7 cm
Chamotte nera, algoritmo interattivo, registrazioni audio
2024
"Spazio che chiacchiera II" è una scultura sonora interattiva nata da una delle esperienze più indimenticabili vissute durante la residenza artistica presso il Domaine de Boisbuchet.
L’opera è un paesaggio sonoro vivente che restituisce l’atmosfera mutevole della palude, catturando il comportamento delicato e dinamico delle rane in primavera. La scultura “canta” con le voci attive delle creature del pantano quando non viene disturbata, ma quando percepisce la presenza di qualcuno nelle vicinanze, imita la prudenza delle rane, cadendo nel silenzio. Riprende il suo “chiacchiericcio” solo quando si sente di nuovo al sicuro e non osservata.
L’ispirazione nasce dall’incredibile coro di rane che risuonava nei pressi del mio atelier e che mi ha spinto a scolpire direttamente nella palude, cercando di incorporare il loro paesaggio sonoro all’interno dell’opera stessa. Durante questo processo, non ho incontrato solo rane di un verde intenso, ma anche un falco in caccia e un cinghiale selvatico, entrambi a pochi metri di distanza. Il falco mi ha notato solo all’ultimo istante, sollevandosi in volo, mentre il cinghiale ha annusato curiosamente le mie tracce prima di tornare nel fitto del bosco.
Questi momenti, sotto l’alba illuminata da una luna quasi piena, hanno creato un’immersione totale nella natura—un’immersione che spero di aver sigillato in questa scultura, insieme ad alcune piante native raccolte nel luogo.
33 × 35 × 17 cm + base nera 59 × 66 × 7 cm
Chamotte nera, algoritmo interattivo, registrazioni audio
2024
"Spazio che chiacchiera II" è una scultura sonora interattiva nata da una delle esperienze più indimenticabili vissute durante la residenza artistica presso il Domaine de Boisbuchet.
L’opera è un paesaggio sonoro vivente che restituisce l’atmosfera mutevole della palude, catturando il comportamento delicato e dinamico delle rane in primavera. La scultura “canta” con le voci attive delle creature del pantano quando non viene disturbata, ma quando percepisce la presenza di qualcuno nelle vicinanze, imita la prudenza delle rane, cadendo nel silenzio. Riprende il suo “chiacchiericcio” solo quando si sente di nuovo al sicuro e non osservata.
L’ispirazione nasce dall’incredibile coro di rane che risuonava nei pressi del mio atelier e che mi ha spinto a scolpire direttamente nella palude, cercando di incorporare il loro paesaggio sonoro all’interno dell’opera stessa. Durante questo processo, non ho incontrato solo rane di un verde intenso, ma anche un falco in caccia e un cinghiale selvatico, entrambi a pochi metri di distanza. Il falco mi ha notato solo all’ultimo istante, sollevandosi in volo, mentre il cinghiale ha annusato curiosamente le mie tracce prima di tornare nel fitto del bosco.
Questi momenti, sotto l’alba illuminata da una luna quasi piena, hanno creato un’immersione totale nella natura—un’immersione che spero di aver sigillato in questa scultura, insieme ad alcune piante native raccolte nel luogo.