opera
THE OTHER SHAPE OF THINGS – 1. Failed Objects
categoria | Scultura |
soggetto | Bellezza |
tags | tecnologia, 3d pringing, 3d scanning, errore |
base | 600 cm |
altezza | 600 cm |
profondità | 600 cm |
anno | 2017 |
THE OTHER SHAPE OF THINGS – 1. Failed Objects, 2017-in corso. Gruppi scultorei in plastica ABS e PLA realizzati con scanners e stampanti 3D a partire da oggetti trovati. Tutte le serie scultoree sono edizioni uniche.
Failed Objects è il primo di due progetti scultorei tutt’ora in corso intitolati THE OTHER SHAPE OF THINGS prodotti attraverso tecniche e tecnologie eterogenee (scanner 3D, stampanti 3D, manipolazione dati, ecc.). Il progetto consiste in una serie di sculture processuali. Il punto di partenza è una collezione di centinaia di ‘oggetti sbagliati’: stampe 3D che ho collezionato prima che venissero distrutte. Questi oggetti provengono da laboratori stampa sparsi per il mondo e sono stati considerati ‘sbagliati’ per varie ragioni: distorsioni strutturali, errori di progetto, imperfezioni estetiche ed altri glitch di vario tipo.
Per realizzare i miei gruppi scultorei digitalizzo ciascun ‘oggetto sbagliato’ utilizzando uno scanner 3D. Poi, dopo averne ottenuto una copia digitale, utilizzo una stampante 3D per ristamparlo, producendo così un secondo oggetto. Questo secondo oggetto, a sua volta, viene scansionato, digitalizzato, e ristampato, dando vita ad un terzo oggetto. Dopo ogni passaggio, la mediazione e traduzione da digitale a fisico e da una tecnologia all’altra (scanner 3D, software e stampante 3D) produce ulteriori glitch, incomprensioni e imprevedibili distorsioni. Il processo di riproduzione di ogni ‘oggetto sbagliato’ viene concluso quando la serie di sculture da esso derivata risulta soddisfacente. Non appena una serie di sculture è completa ricomincio il processo a partire da un altro ‘oggetto sbagliato’, dando così inizio alla produzione di un nuovo gruppo scultoreo.
Failed Objects è il primo di due progetti scultorei tutt’ora in corso intitolati THE OTHER SHAPE OF THINGS prodotti attraverso tecniche e tecnologie eterogenee (scanner 3D, stampanti 3D, manipolazione dati, ecc.). Il progetto consiste in una serie di sculture processuali. Il punto di partenza è una collezione di centinaia di ‘oggetti sbagliati’: stampe 3D che ho collezionato prima che venissero distrutte. Questi oggetti provengono da laboratori stampa sparsi per il mondo e sono stati considerati ‘sbagliati’ per varie ragioni: distorsioni strutturali, errori di progetto, imperfezioni estetiche ed altri glitch di vario tipo.
Per realizzare i miei gruppi scultorei digitalizzo ciascun ‘oggetto sbagliato’ utilizzando uno scanner 3D. Poi, dopo averne ottenuto una copia digitale, utilizzo una stampante 3D per ristamparlo, producendo così un secondo oggetto. Questo secondo oggetto, a sua volta, viene scansionato, digitalizzato, e ristampato, dando vita ad un terzo oggetto. Dopo ogni passaggio, la mediazione e traduzione da digitale a fisico e da una tecnologia all’altra (scanner 3D, software e stampante 3D) produce ulteriori glitch, incomprensioni e imprevedibili distorsioni. Il processo di riproduzione di ogni ‘oggetto sbagliato’ viene concluso quando la serie di sculture da esso derivata risulta soddisfacente. Non appena una serie di sculture è completa ricomincio il processo a partire da un altro ‘oggetto sbagliato’, dando così inizio alla produzione di un nuovo gruppo scultoreo.