2020 Still life (The slaughter of the flowers) n.1

opera
2020 Still life (The slaughter of the flowers) n.1
2020 Still life (The slaughter of the flowers) n.1
categoria Pittura
soggetto Politico/Sociale, Paesaggio, Natura, Bellezza
tags
base 100 cm
altezza 140 cm
profondità 12 cm
anno 2020
Assemblaggio di tele dipinte ad olio, sabbia e materie plastiche di recupero su supporto ligneo.
L’opera documenta l’inizio di un percorso, ancora in itinere, iniziato durante il primo lockdown europeo.
In quel contesto di “svolta epocale”, la sepoltura di tonnellate di fiori invenduti, avvenuta soprattutto in Olanda, ma anche ovunque si trovino insediamenti florovivaistici a scopo commerciale, si carica di una forte valenza simbolica.
La sepoltura dei fiori, diviene metafora della fragilità umana, in un habitat minacciato da una natura manipolata e stravolta dagli interventi stessi dell’uomo, una natura non più “naturale” che si manifesta prepotentemente in un nuovo Orrido senza Sublime.
Ma i fiori rappresentano anche un soggetto che per lungo tempo è stato relegato alla pittura del passato o al dilettantismo e decidere di lavorare sul tema della loro distruzione, innesca anche suggestioni legate alla vecchia questione della morte dell’arte e del suo rifiuto della bellezza.
Sull’orma di queste riflessioni, è nata in me l’esigenza di “Guardare” dei fiori e di fissarli sulla tela, nel momento immediatamente precedente al loro declino, attraverso il mezzo semplice della pittura dal vero.
Un’operazione visiva e concettuale inscritta nell’ambivalenza dell’accezione inglese Still Life.
Still Life, anche come palesarsi di un momento esistenziale pervaso dal senso di impotenza immobile di fronte a qualcosa che è “ancora”, ma non sarà per molto. Un passaggio, un varco ineludibile, in cui si riscopre tra l’altro il valore delle cose più semplici, di quelle “trite parole” amate da Uberto Saba, che sono tuttavia parole “Difficili” come difficile è la bellezza.
Gli elaborati pittorici sono stati poi de-formati e de-composti assieme a materiali di recupero, all’interno del perimetro del quadro: la pittura diventa “scarto” e mima lo scarto dei fiori invenduti distrutti in un gioco di rimandi tra due operazioni fortemente distinte che tuttavia si ricompongono nel tema eterno della vanitas.
artista
Giulia Barsanti
Artista, Lucca
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