opera
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categoria | Installazione |
soggetto | Viaggi, Paesaggio, Astratto |
tags | |
base | 900 cm |
altezza | 10 cm |
profondità | 500 cm |
anno | 2015 |
PROIEZIONE, MICROSFERE DI POLISTIROLO, AUDIO
MISURE AMBIENTALI
22’ LOOP
Questa installazione in situ è composta da microsfere di polistirolo che ricoprono l’intera area calpestabile di un salone storico al piano terra della Rocca dei Rettori, sede della Provincia di Benevento. La prima sensazione è tattile e vuol catapultuare il visitatore in un’espereinza simile all’attraversamento di un campo innevato in una condizione di semioscurità. Alla proiezione a terra spetta il compito di definire lo spazio circostante. Il rumore bianco di una tempesta di neve in lontananza ricrea, indoor, un tipico panorama invernale.
La forma geometrica proiettata è composta da una palette di quadrati iscritti uno nell’altro ed è la metafora di uno spazio rimasto “vergine” dopo una nevicata. Si tratta di una rivisitazione del diagramma di Hall, antropologo noto per le sue teorie sulla prossemica, lo studio degli spazi e delle relazioni che si instaurano tra gli esseri umani.
Il fruitore, di fronte a questo corpo di energia che rappresenta uno spazio intimo potenzialmente condivisibile, sul piano fisico e spirituale, può arbitrariamente decidere se fermarsi a contemplare o modificare, attraverso l’interazione diretta, il confine di luce ricreato all’interno del campo luminoso.
MISURE AMBIENTALI
22’ LOOP
Questa installazione in situ è composta da microsfere di polistirolo che ricoprono l’intera area calpestabile di un salone storico al piano terra della Rocca dei Rettori, sede della Provincia di Benevento. La prima sensazione è tattile e vuol catapultuare il visitatore in un’espereinza simile all’attraversamento di un campo innevato in una condizione di semioscurità. Alla proiezione a terra spetta il compito di definire lo spazio circostante. Il rumore bianco di una tempesta di neve in lontananza ricrea, indoor, un tipico panorama invernale.
La forma geometrica proiettata è composta da una palette di quadrati iscritti uno nell’altro ed è la metafora di uno spazio rimasto “vergine” dopo una nevicata. Si tratta di una rivisitazione del diagramma di Hall, antropologo noto per le sue teorie sulla prossemica, lo studio degli spazi e delle relazioni che si instaurano tra gli esseri umani.
Il fruitore, di fronte a questo corpo di energia che rappresenta uno spazio intimo potenzialmente condivisibile, sul piano fisico e spirituale, può arbitrariamente decidere se fermarsi a contemplare o modificare, attraverso l’interazione diretta, il confine di luce ricreato all’interno del campo luminoso.