opera
Wenn ich groß bin, werde ich Führer [Da grande farò il Führer]
categoria | Altro |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | |
base | 39 cm |
altezza | 49 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2024 |
In un insolito libro da colorare per bambini, i contorni di simpatici animali o oggetti sono sostituiti da alcuni frammenti raffiguranti le opere realizzate da Hitler durante la sua vita. Le stampe in bianco e nero invitano le persone a colorare a proprio piacimento, come bambini, i contorni e le aree tracciate dalla mano del dittatore. I frammenti, inoltre, offrono al lettore la possibilità di continuare e completare l’opera creando un’immagine personale e inedita.
Si può dire che il libro chieda di ridare vita, con il colore, a un passato fatto di ombre e chiaroscuri; si tratta di un déjà-vu, di una storia che ritorna con tutti i suoi fantasmi e che chiede di essere narrata di nuovo. Il libro non intende in nessuno modo individuare Hitler come un modello da seguire, bensì nel condurre il lettore a interrogarsi riguardo la propria complicità o estraneità al male. La sequenza di immagini fanno infatti lentamente emergere dubbi, paure e angosce riguardo la possibilità che la simbiosi con il Führer non riguardi solo le innocenti riproduzioni da colorare, ma anche le scelte etiche e morali.
La storia si ripete e forme di odio e sopraffazione si replicano ancora nel presente; ciò che un tempo veniva considerato malvagio, oggi sembra un’innocente possibilità da percorrere: quanto ognuno di noi è partecipe o meno al male? Quale è il confine tra bene e male? Il libro è un’occasione per confrontarsi personalmente con questi interrogativi e con l’imbarazzo di trovarsi ogni tanto con le mani sporche.
In bilico tra la gioia infantile e innocente di colorare, e l’inquietudine derivata da una potenziale simbiosi con il dittatore, il volume intende far riflettere sulla banalità del male, sulla facilità e leggerezza con cui l’uomo ripete azioni atroci e violente. Le orme e le tracce del passato ritornano e chiedono di essere ripercorse: sta a ciascuno di noi decidere se e come viverle ancora.
Le immagini mostrano una selezione di pagine presenti nel libro.
I file allegati sono esportati con "pagine affiancate"
Si può dire che il libro chieda di ridare vita, con il colore, a un passato fatto di ombre e chiaroscuri; si tratta di un déjà-vu, di una storia che ritorna con tutti i suoi fantasmi e che chiede di essere narrata di nuovo. Il libro non intende in nessuno modo individuare Hitler come un modello da seguire, bensì nel condurre il lettore a interrogarsi riguardo la propria complicità o estraneità al male. La sequenza di immagini fanno infatti lentamente emergere dubbi, paure e angosce riguardo la possibilità che la simbiosi con il Führer non riguardi solo le innocenti riproduzioni da colorare, ma anche le scelte etiche e morali.
La storia si ripete e forme di odio e sopraffazione si replicano ancora nel presente; ciò che un tempo veniva considerato malvagio, oggi sembra un’innocente possibilità da percorrere: quanto ognuno di noi è partecipe o meno al male? Quale è il confine tra bene e male? Il libro è un’occasione per confrontarsi personalmente con questi interrogativi e con l’imbarazzo di trovarsi ogni tanto con le mani sporche.
In bilico tra la gioia infantile e innocente di colorare, e l’inquietudine derivata da una potenziale simbiosi con il dittatore, il volume intende far riflettere sulla banalità del male, sulla facilità e leggerezza con cui l’uomo ripete azioni atroci e violente. Le orme e le tracce del passato ritornano e chiedono di essere ripercorse: sta a ciascuno di noi decidere se e come viverle ancora.
Le immagini mostrano una selezione di pagine presenti nel libro.
I file allegati sono esportati con "pagine affiancate"