opera
Your-hope
categoria | Video |
soggetto | Architettura, Politico/Sociale |
tags | |
minuti | 3 |
secondi | 0 |
anno | 2020 |
Andrea Villa e Pietro Campagnoli hanno realizzato l’installazione insieme a Max Magaldi nel cosiddetto Cimitero dei Giubbotti di Salvataggio di Lesbo.
Le «colonne» sono formate da una pila di pneumatici o meglio da sessanta camere d’aria. Sono le stesse che i rifugiati usano come ciambelle salvagente e di cui sono piene le spiagge dell’isola. Le Colonne d’Ercole stanno lì, come monito, a marcare i nuovi confini contemporanei, trasformando definitivamente il luogo in un monumento dedicato a chi scappa dal proprio Paese in cerca di un futuro.
Ad espandere e completare l’installazione ci pensa l’artista Max Magaldi che ha usato un televisore collocato tra i giubbotti di salvataggio accatastati in cui audio e immagini stridono con il contesto. «Nel video - spiegaMagaldi - va in loop il discorso che il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis tenne davanti all’assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre. Parlò di “Democrazia, diritti individuali e uguaglianza giuridica garantita per legge”, un proclama che adesso nella nostra opera entra in contrasto violentemente con il cimitero intorno e che lentamente si trasforma in una versione trasfigurata dell’Ode of Joy di Beethowen, Inno ufficiale della Ue».
Le «colonne» sono formate da una pila di pneumatici o meglio da sessanta camere d’aria. Sono le stesse che i rifugiati usano come ciambelle salvagente e di cui sono piene le spiagge dell’isola. Le Colonne d’Ercole stanno lì, come monito, a marcare i nuovi confini contemporanei, trasformando definitivamente il luogo in un monumento dedicato a chi scappa dal proprio Paese in cerca di un futuro.
Ad espandere e completare l’installazione ci pensa l’artista Max Magaldi che ha usato un televisore collocato tra i giubbotti di salvataggio accatastati in cui audio e immagini stridono con il contesto. «Nel video - spiegaMagaldi - va in loop il discorso che il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis tenne davanti all’assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre. Parlò di “Democrazia, diritti individuali e uguaglianza giuridica garantita per legge”, un proclama che adesso nella nostra opera entra in contrasto violentemente con il cimitero intorno e che lentamente si trasforma in una versione trasfigurata dell’Ode of Joy di Beethowen, Inno ufficiale della Ue».