L’immagine digitale è solo una rappresentazione virtuale delle cose fisiche, è una rappresentazione esterna della realtà, è parvenza e traccia, è simulacro .
Riprendendo l’accezione critica che vi da il sociologo Juan Braudillard, il simulacro è simulazione della realtà e tanto più è aderente ad essa tanto più è perturbante e alienante.
Nella condizione di clausura forzata durante i ripetuti lockdown pandemici, i rapporti umani sono stati simulati attraverso i mezzi digitali, che per quanto indispensabili ed efficienti in tale contesto, si sono rivelati a lungo andare fastidiosi, poco soddisfacenti e anche invadenti.
Quest’idea si è traduce in un progetto realizzato con la tecnica del video mapping nel quale ho realizzato un video che ho proiettato e adattato alla superficie di un’installazione di sei bottiglie di vetro di forme diverse riempite di farina.
Il video finale presenta dei volti parlanti modificati in una sorta di metamorfosi digitale che li rende irreali, inquietanti e caratterizzati da segni di interferenza e glitch tipici di queste riunioni in videochiamata; resi anche dalla traccia audio montata e tagliata su Premiere che altro non è che la sovrapposizione dei suoni delle videochiamate e diversi glitch modificati e sincronizzati al video.
Personalmente la mia è una visione turbata dei recenti cambiamenti e delle strategie di comunicazione che hanno sempre più invaso le nostre vite, fondamentali in un contesto di distanziamento sociale e alienanti nel lungo periodo di un lockdown forzato.
L’atmosfera dell’installazione è perciò disturbante e ansiogena.
progetti
Simulacra
categoria | Idee |
location | Milano (Lombardia - Italia) |
deadline | 31 Mag 2024 |
Idee