Alcuni Cenni Biografici
Luciana Soriato nasce a Colognola Ai Colli in provincia di Verona dove ancora risiede e lavora. Frequenta il Liceo Artistico di Verona e l’Accademia di Belle Arti di Bologna, con corso principale di Pittura tenuto dal professore Concetto Pozzati . Vince la “73^ Collettiva Bevilacqua La Masa” iniziando così la sua attività che la vede impegnata in mostre personali, collettive, performance, installazioni e site specific. Viene seguita per degli anni dalla gallerista Bruna Aickelin della galleria “Il Capricorno” di Venezia che le permette di esporre in varie mostre internazionali. Lavora a stretto contatto con gli artisti veronesi e internazionali riuniti intorno alla personalità di Giovanni Meloni e di Nadia Melotti. Fin dagli esordi viene seguita dal critico Luigi Meneghelli e successivamente anche con Nadia Melotti. I temi trattati da Soriato nelle opere, nelle suggestive installazioni e site specific, permettono riflessioni profonde.
Il curriculum è consultabile nel sito: www.lucianasoriato.it
Testo tratto dagli scritti di Luciana Soriato:
L’artista rieduca a guardare e a guardarsi.
Il silenzio sta nel vuoto e la struttura nella meditazione verso il centro che accoglie come grembo fecondo, assorbe e riflette, porta alle soglie di un incontro. Si avverte una presenza di essenza che conduce all’infinito, infinitamente infinito. L’incontro con il lavoro è un incontro con il mistero che riempie il vuoto. Talvolta nell’opera troviamo costellazioni di spazi, di segni quotidiani e di assorbimento di linee tese nel navigare, nell’ orientare verso il cammino dell’aurora orientale, bizantina e antica. Nelle componenti di dolore e fragilità emergono indagini del sociale. L’incertezza e la debolezza sono espresse con brandelli, spine, garze, impronte, lasciando memorie di pareti sudate. In alcuni lavori vi è presente una frammentaria devastazione in cui le forze trovano inserimento nella scena, aggregano materia e segno ricreando una nuova armonia perduta che galleggia viva nel presente. Le vibrazioni di un ipocentro mobile in rilassamento emettono onde di sensibilità corporea. Il tempo, modalità compositiva, è frazionato in attimi presenti che si espandono in nuovi spazi dal battito cardiaco accelerato. La nuova dimensione assorbe l’eternità nella contemplazione del suo silenzio sonoro. Ogni combustione parla di ciò che era prima: luce. L’ascolto visivo ottiene un approfondimento spirituale in cui l’uomo si lega alla natura come tutto e infinito, in una nuova formula alchemica per una rinascita.