Cercasi artisti30 Mar 2021
Nei miei progetti di sound art e performance, l'attenzione della ricerca è focalizzata sul suono umano e ambientale.
Credo possa essere […]
Sono nato nel sud della Sardegna in una famiglia molto numerosa e molto religiosa. I canti di viaggio, i dialoghi sottintesi, le omelie frontali e le preghiere regolari hanno scandito il tempo della mia infanzia, portando con sé un’attenzione spasmodica verso l’ascolto e verso la voce, ma togliendo potere ad un’espressione individuale del quotidiano che, come un corso d’acqua, ha cercato altrove il solco in cui sfociare.
Grazie a una serie di fortunati incontri ho iniziato il mio percorso artistico nel teatro a 16 anni e canalizzando le vite di altri, ho iniziato a dare voce alla mia.
I problemi relazionali tra me e la mia voce, dilaniata tra l’impellenza dell’espressione e l’emergenza della repressione, mi hanno condotto a curarla maniacalmente. Ho voluto nasconderla, poi mascherarla, travestirla, poi mimetizzarla e infine conoscerla, osservarla, abbracciarla e lasciarla andare.
La mia voce, naturalmente imperfetta, nascondeva troppe voci dentro, troppi accessi o spiragli attraverso cui guardarmi dentro. Come la musica in-segna, attraverso la molteplicità ho scoperto l’armonia. Il conflitto nasce dalla ricerca del giusto.
Questo percorso si è dipanato ed espanso attraverso gli incontri con:
Le artiste che mi hanno formato – Pascale Aiguier, Valeria Pilia, Rossella Faa;
I Maestri che mi hanno aiutato a percepire corpo e voce come media e strumento, tra cui Mauro Tiberi e Atsushi Takenouchi;
Il drammaturgo francofono Matei Visniec, di cui sono diventato uno dei traduttori ufficiali;
Le organizzazioni che mi hanno dato voce, come Actores Alidos, SpazioNU, Teatr Zar, Grotowski Institute e Giving Voice Festival, aiutandomi a sviluppare la mia passione per l’etnomusicologia, la ricerca vocale e la drammaturgia del suono.
Specializzato nel metodo Estill Voice Training per la cura e l’allenamento del tratto vocale, ho sviluppato un lavoro sistemico attraverso il corpo per sciogliere le tensioni che imbrigliano la voce.
Per sei anni ho lavorato come voice coach per cantanti e cantautori presso il CET, il rinomato campus musicale del Maestro Mogol.
Membro della giuria di TourMusicFest, Roma Fringe Festival e Music Camp @CET, nel 2014 ho preso parte ad una TEDx Conference, a Trento, per parlare del mio lavoro su creatività e fragilità.
Negli ultimi 5 anni ho dato forma alle human performance Harmonic Circles e Verdigris Voicescapes, per diffondere attraverso l’arte un approccio alla vita incentrato sull’ascolto e su un uso responsabile del nostro potere di influenza sull’ambiente che viviamo e su ogni “sistema” che ci ospita.
Nelle mie performance interattive, la voce è media e materia prima.
Tutto si basa su ascolto e contagio sonoro: il pubblico, condotto attraverso segnali gestuali e vocali, non assiste alla performance ma ne diventa parte, e, attraverso la propria voce, contribuisce a costruirne la drammaturgia sonora. La risultante di questa interazione tra performer e pubblico conduce all’estemporanea e sorprendente creazione di veri e propri canti di comunità.
Il lavoro attraverso la voce è un’investigazione sull’identità. Individuale, collettiva, comunitaria, ambientale. L’interdipendenza tra individui, tra fenomeni e tra sistemi, ci costringe a toglierci le bende del sé per osservare il noi. Le opere Voicescapes indagano questa interconnessione usando la voce come media e portando ogni singolo individuo ad una azione di contatto attraverso il suono con l’altro e con tutto ciò che ci circonda.
L’ascolto, è uno degli atti più rivoluzionari di cui questo periodo storico necessiti.
Il corpo ha un ruolo fondamentale perché come un’antenna nell’ambiente capta i segnali e i “gesti” dei luoghi che abitiamo ben prima che il nostro intelletto li codifichi.
Nelle mie opere corali, sia l’ascolto dei paesaggi vocali sia l’osservazione dei luoghi fisici, si muove senza discriminazioni, in una "osservazione" molto simile alla deriva teorizzata da Debord. È un gioco di incontri casuali e di incastri frattali che la natura attua perpetuamente e che noi umani chiamiamo spesso col nome di armonia.
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ENG
My name is Verdigris, I'm a performer and a voice artist based in Florence but born and raised in Sardinia.
All my life is about voice: starting from the prayers of my parents and grandparents, going to the travel songs of my family of six and the chants I used to invent to communicate with the trees and the stars. So I predictably became a singer, a composer, and a voice coach.
I love to play with sound and silence. For me silence is the core of every voice-shape. Silence is my raw material, the space where I can move and impress my silhouette. Silence is the cradle of the voice. Silence is listening.
Italian translator of the romanian-french playwright Matei Visniec, during my acting career I worked with Actores Alidos, Teatr Zar, Grotowski Institute and Giving Voice Festival, developing my passion on ethnomusicology, vocal research and dramaturgy of sound.
Specialized in the Estill Voice Training Method for the healthcare of the vocal tract, I work as a voice coach to unblock the voice through body-work in a systemic way.
For six years I worked as voice trainer and acting coach for singers and songwriters at CET, the renowned music campus of Mogol.
Member of the judging panel of TourMusicFest, Roma Fringe Festival and Music Camp @CET, in 2014 I joined the TEDx Conference in Trento to talk about my work on creativity and fragility.
In the last 5 years I developed my method to “lead people to lead, through the voice” and I shaped my human performances Harmonic Circles, Verdigris Voicescapes and Site Specifics, to spread through the art a listening-centered approach to life and a meaningful and responsible use of our power of influence on environment and on each “system” we live in.
In my interactive performances, the voice is media and raw material.
Everything is based on listening and sound contagion: the audience, led through gestural and vocal signals, does not attend the performance but becomes part of it, and, through their own voice, contributes to building its sound dramaturgy. The result of this interaction between performer and audience leads to the extemporaneous and surprising creation of real community songs.
Working through the voice is an investigation into identity. Individual, collective, community, environmental. The interdependence between individuals, between phenomena and between systems, forces us to remove the bandages of the self to observe the we. The Voicescapes works investigate this interconnection using the voice as a medium and bringing each individual to an action of contact through sound with the other and with everything around us.
Listening is one of the most revolutionary acts that this historical period needs.
The body plays a fundamental role because, like an antenna in the environment, it picks up the signals and "gestures" of the places we live in long before our intellect encodes them.
In my choral works, both listening to vocal landscapes and observing physical places move without discrimination, in an inclusive way very similar to the drift theorized by Debord. It is a game of random encounters and fractal joints that nature perpetually implements and that we humans often call by the name of harmony.
Grazie a una serie di fortunati incontri ho iniziato il mio percorso artistico nel teatro a 16 anni e canalizzando le vite di altri, ho iniziato a dare voce alla mia.
I problemi relazionali tra me e la mia voce, dilaniata tra l’impellenza dell’espressione e l’emergenza della repressione, mi hanno condotto a curarla maniacalmente. Ho voluto nasconderla, poi mascherarla, travestirla, poi mimetizzarla e infine conoscerla, osservarla, abbracciarla e lasciarla andare.
La mia voce, naturalmente imperfetta, nascondeva troppe voci dentro, troppi accessi o spiragli attraverso cui guardarmi dentro. Come la musica in-segna, attraverso la molteplicità ho scoperto l’armonia. Il conflitto nasce dalla ricerca del giusto.
Questo percorso si è dipanato ed espanso attraverso gli incontri con:
Le artiste che mi hanno formato – Pascale Aiguier, Valeria Pilia, Rossella Faa;
I Maestri che mi hanno aiutato a percepire corpo e voce come media e strumento, tra cui Mauro Tiberi e Atsushi Takenouchi;
Il drammaturgo francofono Matei Visniec, di cui sono diventato uno dei traduttori ufficiali;
Le organizzazioni che mi hanno dato voce, come Actores Alidos, SpazioNU, Teatr Zar, Grotowski Institute e Giving Voice Festival, aiutandomi a sviluppare la mia passione per l’etnomusicologia, la ricerca vocale e la drammaturgia del suono.
Specializzato nel metodo Estill Voice Training per la cura e l’allenamento del tratto vocale, ho sviluppato un lavoro sistemico attraverso il corpo per sciogliere le tensioni che imbrigliano la voce.
Per sei anni ho lavorato come voice coach per cantanti e cantautori presso il CET, il rinomato campus musicale del Maestro Mogol.
Membro della giuria di TourMusicFest, Roma Fringe Festival e Music Camp @CET, nel 2014 ho preso parte ad una TEDx Conference, a Trento, per parlare del mio lavoro su creatività e fragilità.
Negli ultimi 5 anni ho dato forma alle human performance Harmonic Circles e Verdigris Voicescapes, per diffondere attraverso l’arte un approccio alla vita incentrato sull’ascolto e su un uso responsabile del nostro potere di influenza sull’ambiente che viviamo e su ogni “sistema” che ci ospita.
Nelle mie performance interattive, la voce è media e materia prima.
Tutto si basa su ascolto e contagio sonoro: il pubblico, condotto attraverso segnali gestuali e vocali, non assiste alla performance ma ne diventa parte, e, attraverso la propria voce, contribuisce a costruirne la drammaturgia sonora. La risultante di questa interazione tra performer e pubblico conduce all’estemporanea e sorprendente creazione di veri e propri canti di comunità.
Il lavoro attraverso la voce è un’investigazione sull’identità. Individuale, collettiva, comunitaria, ambientale. L’interdipendenza tra individui, tra fenomeni e tra sistemi, ci costringe a toglierci le bende del sé per osservare il noi. Le opere Voicescapes indagano questa interconnessione usando la voce come media e portando ogni singolo individuo ad una azione di contatto attraverso il suono con l’altro e con tutto ciò che ci circonda.
L’ascolto, è uno degli atti più rivoluzionari di cui questo periodo storico necessiti.
Il corpo ha un ruolo fondamentale perché come un’antenna nell’ambiente capta i segnali e i “gesti” dei luoghi che abitiamo ben prima che il nostro intelletto li codifichi.
Nelle mie opere corali, sia l’ascolto dei paesaggi vocali sia l’osservazione dei luoghi fisici, si muove senza discriminazioni, in una "osservazione" molto simile alla deriva teorizzata da Debord. È un gioco di incontri casuali e di incastri frattali che la natura attua perpetuamente e che noi umani chiamiamo spesso col nome di armonia.
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ENG
My name is Verdigris, I'm a performer and a voice artist based in Florence but born and raised in Sardinia.
All my life is about voice: starting from the prayers of my parents and grandparents, going to the travel songs of my family of six and the chants I used to invent to communicate with the trees and the stars. So I predictably became a singer, a composer, and a voice coach.
I love to play with sound and silence. For me silence is the core of every voice-shape. Silence is my raw material, the space where I can move and impress my silhouette. Silence is the cradle of the voice. Silence is listening.
Italian translator of the romanian-french playwright Matei Visniec, during my acting career I worked with Actores Alidos, Teatr Zar, Grotowski Institute and Giving Voice Festival, developing my passion on ethnomusicology, vocal research and dramaturgy of sound.
Specialized in the Estill Voice Training Method for the healthcare of the vocal tract, I work as a voice coach to unblock the voice through body-work in a systemic way.
For six years I worked as voice trainer and acting coach for singers and songwriters at CET, the renowned music campus of Mogol.
Member of the judging panel of TourMusicFest, Roma Fringe Festival and Music Camp @CET, in 2014 I joined the TEDx Conference in Trento to talk about my work on creativity and fragility.
In the last 5 years I developed my method to “lead people to lead, through the voice” and I shaped my human performances Harmonic Circles, Verdigris Voicescapes and Site Specifics, to spread through the art a listening-centered approach to life and a meaningful and responsible use of our power of influence on environment and on each “system” we live in.
In my interactive performances, the voice is media and raw material.
Everything is based on listening and sound contagion: the audience, led through gestural and vocal signals, does not attend the performance but becomes part of it, and, through their own voice, contributes to building its sound dramaturgy. The result of this interaction between performer and audience leads to the extemporaneous and surprising creation of real community songs.
Working through the voice is an investigation into identity. Individual, collective, community, environmental. The interdependence between individuals, between phenomena and between systems, forces us to remove the bandages of the self to observe the we. The Voicescapes works investigate this interconnection using the voice as a medium and bringing each individual to an action of contact through sound with the other and with everything around us.
Listening is one of the most revolutionary acts that this historical period needs.
The body plays a fundamental role because, like an antenna in the environment, it picks up the signals and "gestures" of the places we live in long before our intellect encodes them.
In my choral works, both listening to vocal landscapes and observing physical places move without discrimination, in an inclusive way very similar to the drift theorized by Debord. It is a game of random encounters and fractal joints that nature perpetually implements and that we humans often call by the name of harmony.