‘ANYTHING ENDOWED WITH HUMAN ELEMENTS (albeit misplaced) BECOMES HUMAN IN OUR EYES’.
Vedere l’umano dove non è logico vederlo:
Come esseri umani ci siamo sempre confrontati con un mondo che parla molte lingue, ma non la nostra. E siamo noi a sforzarci di comprendere il mondo, non il contrario. Parliamo con gli animali, osserviamo la natura, studiamo e scopriamo le scienze e la matematica, e chiamiamo progresso questa corsa verso la comprensione: ci sforziamo di comprendere i linguaggi del mondo per trovare noi stessi in essi. Abbiamo tutti ampiamente sperimentato che tendiamo a vedere volti umani ovunque qualcosa ricordi, anche solo con semplici linee, elementi del viso umano: cerchiamo noi stessi nel mondo e ci troviamo anche solo per istinto. Voirhumain è una risposta alla domanda: questo accade anche se gli elementi umani non sono disposti in un ordine canonico ma bensì scomposti randomicamente tra le linee di uno scarabocchio?
Lo scarabocchio non rappresenta nulla di logico, eppure si tratta di una struttura estremamente umana: tutti ci siamo trovati, qualche volta, a scarabocchiare in un momento di distrazione. Quando la mente si perde, chissà per quale ragione, può venire istintivo disegnare qualcosa senza nessuno schema o significato. Forse perché si va verso un nulla, verso un luogo deregolamentato e inafferrabile perché, in realtà, dove siamo? In un posto indefinito e per questo puro, essenziale, perfetto come un archetipo. Nei momenti di distrazione il pensiero diventa inafferrabile per la persona stessa che lo produce, le parole non si articolano in nessuna frase ma sono piuttosto un collegamento istintivo e immediato con una conoscenza che si sviluppa su un altro piano mentale e cognitivo. Il linguaggio della persona diventa indecifrabile come quello del mondo e questo punto di contatto e intimità tra il mondo, infinito, e la mente, finita, è il più vicino spazio di intimità tra l’uomo e la realtà. In sostanza, più la mente va verso l’astrazione più trova concetti assoluti e definiti. Non ci sono risposte, nei territori della conoscenza astratta, ma è in quei luoghi che si genera la vita. Lo scarabocchio rappresenta una prova su carta di questa intima connessione. Per questo lo scarabocchio, nella logica di Voirhumain, rappresenta la struttura, l’inizio, come lo schizzo da cui parte un progetto, la riduzione ai minimi termini di qualcosa che esiste nella sua massima estensione. E anche in questa assoluta astrazione, la presenza di mani, occhi, piedi, elementi umani seppur scomposti, riusciamo a vedere un essere umano: ogni scarabocchio di Voirhumain è un piccolo essere umano.
In fondo, dall’inizio del tempo, in questo grande universo l’uomo cerca tante risposte e, prima di tutto, cerca sé stesso, forse perché il pensiero di essere così diversi da tutto ciò che ci circonda, a livello inconscio, fa paura, trasmette un senso di solitudine che ci spaventa. Voirhumain rappresenta quindi l’unicità, ma anche l'assoluta connessione tra le persone, che ci porta, negli aspetti più propri della nostra condizione di esseri umani, a riconoscerci, seppur nella nostra diversità, in abitudini, automatismi, sensazioni, emozioni, e a cercare la nostra umanità anche in oggetti inanimati, nella natura e nelle altre forme di vita, come se non fossimo parte di niente ma allo stesso tempo, parte davvero di ogni cosa.
Non vedere l’umano dove sarebbe logico vederlo:
L’iper-realismo delle immagini generate dall’intelligenza artificiale trasmette un senso di alienazione nell’osservatore. I soggetti creati dall’intelligenza artificiale rappresentano canonicamente esseri umani, eppure qualcosa li rende inumani, qualcosa non convince. Viceversa, un essere umano può creare la cosa più lontana da un essere umano, come uno scarabocchio, eppure questo risulta inequivocabilmente umano. Inoltre, senza limitarci al discorso legato all'intelligenza artificiale, purtroppo sono tanti i luoghi, le parole, le immagini, in cui dovrebbe essere logico vedere l'umano ma che ci trasmettono invece la sensazione opposta: orrore, crudeltà, disumanità, cattiveria, violenza.
Biografia:
Giada Ilacqua, in arte Voirhumain è un'artista poliedrica che esprime le sue visioni del mondo attraverso strumenti diversi e vari. Nata e cresciuta in Sicilia, l'arte ha fatto parte della sua vita fin dai primi anni. Ha studiato pianoforte e violino al conservatorio "A. Corelli" di Messina mentre si diplomava al liceo scientifico "A. Meucci" di Milazzo. Durante gli anni del liceo, è sempre stata attiva in progetti artistici extracurricolari, partecipando alle varie iniziative culturali e artistiche presenti nel suo territorio. Successivamente si è trasferita a Roma, dove ha conseguito con lode un diploma accademico di I livello in Nuove tecnologie dell’arte, indirizzo Video design, all'Istituto Europeo del Design. La sua attività artistica include l’utilizzo di supporti e strumenti differenti. Si dedica alle arti visive, al video, al disegno e alle arti decorative (ceramiche, tappeti, ricamo). Nel suo modo di vedere, la filosofia si muove nei fili dell'arte, a volte con l'inconsapevolezza e il totale assorbimento dell'artista nella sua opera. L'arte vive in ogni aspetto della vita, per questo non è diverso per lei creare un video, un'animazione, un tappeto, una ceramica, un dipinto, un disegno: il supporto che utilizza cambia, ma la sua esigenza resta la stessa. Sono tutti modi di esprimere e comunicare qualcosa di astratto che vive dentro lei, frutto sia di fattori che la riguardano personalmente, sia di stimoli e ispirazioni esterne che lasciano un segno a volte indecifrabile. Il progetto artistico al quale si sta dedicando nell'ultimo periodo riguarda l'esplorazione della ricerca umana e di umanità nella realtà e nell'astratto. La ricerca legata a questo progetto è nata nel 2024, e con essa anche Voirhumain.
Mostre:
La mostra di debutto di Voirhumain, intitolata "Anything endowed with human elements (albeit misplaced) becomes human in our eyes VOL.1", a cura di Maria Italia Zacheo, sarà presentata in anteprima il 1° Febbraio 2025 presso il Lavatoio Contumaciale, storica galleria di Roma. Sarà successivamente disponibile ai visitatori dal 3 al 15 Febbraio 2025 presso la libreria Lithos Editrice.
Pubblicazioni:
L'opera di Voirhumain intitolata "KRUN" è stata pubblicata all'interno della rivista d'arte Panta Rei, edita da Psicografici Editore.