“Poche cose contano, non il nulla ma quanto basta. L’essenziale"
Il lavoro di Elisa Zadi esplora le questioni della femminilità, dell'identità e dell'appartenenza attraverso l'autoritratto. Il suo percorso si sviluppa indagando la connessione fra uomo e natura sia in senso introspettivo che antropologico e simbolico. Artista poliedrica si occupa di pittura, installazione, performance e poesia.
Elisa Zadi esordisce nel 2005 con una serie di autoritratti che si riveleranno indagine introspettiva a lei necessaria e che permarrà come uno dei temi centrali della sua ricerca. Dal 2008 il suo interesse si concentra sulla figura umana, soprattutto femminile, indagata con una cruda e introspettiva frontalità: questo origina dei lavori pittorici che si esprimono in polittici; i soggetti si compongono in una narrazione ritmata e concettuale, che si intensifica nel 2013/14 con delle serie pittorico-installative di grande formato, che ricostruiscono attraverso la frammentarietà della tela uno spaccato di esistenzialità quotidiana. Dal 2015 la figura umana diventa simulacro della sua essenza attraverso opere-vestiti che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini abbracciando varie discipline dando vita a installazioni interattive e performative.
Durante il lockdown nasce sua nuova serie di opere intitolata "Mondi Possibili", Zadi si ispira a Gottfried Wilhelm Leibniz e ai concetti di Mondi Possibili, intesi come idee perfette nella mente di Dio e come la ricerca di Verità. Questo tema viene utilizzato come base per esplorare le possibilità dell'autoritratto e della rappresentazione dell'identità. "Tempo Perduto" è una serie che parla di figure che cercano una connessione tra di loro e con la natura. Rappresenta la sfida di far parte di una realtà in continuo cambiamento e movimento, secondo le teorie di Zygmunt Bauman sulla liquidità delle relazioni umane. Questo lavoro riflette sulla complessità e l'effimero della vita moderna, in cui le relazioni umane e la connessione con la natura possono sfuggire e cambiare facilmente.
Nel 2023 prende forma la serie di opere “Bruciare Illusioni”. Qui l'artista esplora il concetto di rinascita e trasformazione rappresentato dalla simbologia del fuoco. Distruggere le illusioni e le false conformità per permettere la nascita di un'autentica crescita personale e spirituale.
In questa serie di lavori, l'artista esplora le connessioni tra il mito, la storia e la sua propria esperienza personale, offrendo una riflessione sulla condizione femminile e sulla lotta per l'identità dando vita a lavori intimi e suggestivi.
Elisa Zadi è nata ad Arezzo. Si diploma come Maestro d’Arte e successivamente ottiene con il massimo dei voti la Maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte di Arezzo. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove si diploma con lode in Pittura; dal 2007 al 2009 lavora nella stessa cattedra come “Assistente Tecnico di Laboratorio”. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle Discipline Grafiche e Pittoriche tenendo attualmente la cattedra presso il Liceo Artistico Porta Romana di Firenze. Nel 2010 ottiene con lode il Master di II° livello in “Architettura e Arti Sacre” presso l’Università Europea di Roma. Dal 2013 viene segnalata fra gli artisti emergenti nel Catalogo dell’Arte Moderna edito da Mondadori. Dal 2018 collabora con l’Università UEL di Firenze. Attualmente vive e lavora a Firenze.
Fra le principali partecipazioni artistiche si ricorda “Cara Enfanta” a cura di Greta Beccaglia e Marco Palamidessi presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, “Vitamine- tavolette energetiche” a cura di Carlo Palli e Laura Monaldi presso il MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e Museo Novecento di Firenze, “Looking for Monnalisa” a cura di Valerio Dehò presso Castello Visconteo e Palazzo Broletto di Pavia, “Mondi Possibili” a cura di Marco Botti presso Palazzo Datini di Prato, “Nelle Rapide”, Laboratorio 13 – Spazio d’Arte, Firenze, a cura di Rosanna Tempestini Frizzi, “L’orma che vedi è la mia”, Rosy Boa, Arezzo, a cura di Matilde Puleo, “100X100 Piccolo Formato”, Sincresis, Empoli (FI), a cura di Alessandra Scappini e Spela Zidar; fra i numerosi Premi si ricorda la selezione Premio Combat e Premio Cairo Arte nel 2015, la Residenza Situ Festival #3, Il Premio Limen 2014 e il Premio Casorati nel 2008. Vince concorsi letterari e nel 2021 pubblica con Polistampa la sua prima silloge poetica "Il profumo del Giglio".
Il lavoro di Elisa Zadi esplora le questioni della femminilità, dell'identità e dell'appartenenza attraverso l'autoritratto. Il suo percorso si sviluppa indagando la connessione fra uomo e natura sia in senso introspettivo che antropologico e simbolico. Artista poliedrica si occupa di pittura, installazione, performance e poesia.
Elisa Zadi esordisce nel 2005 con una serie di autoritratti che si riveleranno indagine introspettiva a lei necessaria e che permarrà come uno dei temi centrali della sua ricerca. Dal 2008 il suo interesse si concentra sulla figura umana, soprattutto femminile, indagata con una cruda e introspettiva frontalità: questo origina dei lavori pittorici che si esprimono in polittici; i soggetti si compongono in una narrazione ritmata e concettuale, che si intensifica nel 2013/14 con delle serie pittorico-installative di grande formato, che ricostruiscono attraverso la frammentarietà della tela uno spaccato di esistenzialità quotidiana. Dal 2015 la figura umana diventa simulacro della sua essenza attraverso opere-vestiti che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini abbracciando varie discipline dando vita a installazioni interattive e performative.
Durante il lockdown nasce sua nuova serie di opere intitolata "Mondi Possibili", Zadi si ispira a Gottfried Wilhelm Leibniz e ai concetti di Mondi Possibili, intesi come idee perfette nella mente di Dio e come la ricerca di Verità. Questo tema viene utilizzato come base per esplorare le possibilità dell'autoritratto e della rappresentazione dell'identità. "Tempo Perduto" è una serie che parla di figure che cercano una connessione tra di loro e con la natura. Rappresenta la sfida di far parte di una realtà in continuo cambiamento e movimento, secondo le teorie di Zygmunt Bauman sulla liquidità delle relazioni umane. Questo lavoro riflette sulla complessità e l'effimero della vita moderna, in cui le relazioni umane e la connessione con la natura possono sfuggire e cambiare facilmente.
Nel 2023 prende forma la serie di opere “Bruciare Illusioni”. Qui l'artista esplora il concetto di rinascita e trasformazione rappresentato dalla simbologia del fuoco. Distruggere le illusioni e le false conformità per permettere la nascita di un'autentica crescita personale e spirituale.
In questa serie di lavori, l'artista esplora le connessioni tra il mito, la storia e la sua propria esperienza personale, offrendo una riflessione sulla condizione femminile e sulla lotta per l'identità dando vita a lavori intimi e suggestivi.
Elisa Zadi è nata ad Arezzo. Si diploma come Maestro d’Arte e successivamente ottiene con il massimo dei voti la Maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte di Arezzo. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove si diploma con lode in Pittura; dal 2007 al 2009 lavora nella stessa cattedra come “Assistente Tecnico di Laboratorio”. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle Discipline Grafiche e Pittoriche tenendo attualmente la cattedra presso il Liceo Artistico Porta Romana di Firenze. Nel 2010 ottiene con lode il Master di II° livello in “Architettura e Arti Sacre” presso l’Università Europea di Roma. Dal 2013 viene segnalata fra gli artisti emergenti nel Catalogo dell’Arte Moderna edito da Mondadori. Dal 2018 collabora con l’Università UEL di Firenze. Attualmente vive e lavora a Firenze.
Fra le principali partecipazioni artistiche si ricorda “Cara Enfanta” a cura di Greta Beccaglia e Marco Palamidessi presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, “Vitamine- tavolette energetiche” a cura di Carlo Palli e Laura Monaldi presso il MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e Museo Novecento di Firenze, “Looking for Monnalisa” a cura di Valerio Dehò presso Castello Visconteo e Palazzo Broletto di Pavia, “Mondi Possibili” a cura di Marco Botti presso Palazzo Datini di Prato, “Nelle Rapide”, Laboratorio 13 – Spazio d’Arte, Firenze, a cura di Rosanna Tempestini Frizzi, “L’orma che vedi è la mia”, Rosy Boa, Arezzo, a cura di Matilde Puleo, “100X100 Piccolo Formato”, Sincresis, Empoli (FI), a cura di Alessandra Scappini e Spela Zidar; fra i numerosi Premi si ricorda la selezione Premio Combat e Premio Cairo Arte nel 2015, la Residenza Situ Festival #3, Il Premio Limen 2014 e il Premio Casorati nel 2008. Vince concorsi letterari e nel 2021 pubblica con Polistampa la sua prima silloge poetica "Il profumo del Giglio".