opera
I migranti
categoria | Altro |
soggetto | Politico/Sociale, Paesaggio, Figura umana, Architettura, Animale |
tags | |
base | 150 cm |
altezza | 100 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2020 |
" I migranti"
-Tecnica : tecnica mista, piante e disegni tecnici di geometri e architetti, circuiti elettrici, pigmento e acrilici applicati su legno
-Tiratura : 1/1
L'accelerazione del progresso tecnologico accresce la distanza tra i tempi e genera uno scarto di vedute e di mentalità creando un'antitesi. si ha cosi la compresenza di registri linguistici diversi e stratificati che trovano la loro degna rappresentazione. Qui le piante di geometri e architetti si confondono con gli schemi elettrici fino a costituire il piano uniforme su cui prendono corpo porzioni di vita passata, opportunamente dipinta. Una vita in netto contrasto con gli acetati delle planimetrie e dei circuiti elettrici, eppure , proprio in forza di questa distanza linguistica emerge una dimensione simbolica che unisce le parti.
La natura espressa dai contadini, il loro umanesimo attecchisce e cresce in un mondo sempre più dominato dall'industria tecnologica, assumendone in parte gli elementi artificiali.
La rappresentazione simbolica di una famiglia che sta migrando versi una destinazione che è più la ricerca sulla mia identità.
Nel pensiero, a posteriori, realizzo che vi è una mancanza nel saper mostrare le mie origini straniere.
Sono rappresentate persone, nelle loro fattezze, caucasiche.
Rifletto su questo punto e capisco come io mi relazioni con la società bypassando i vari stereotipi di razza e cultura e di come in realtà sia la società stessa a farti sentire "diverso". Questo è un problema cronico di tutte le seconde generazioni di origine straniera, come tutte le persone che non si sentono adatte in questo mondo.
Lo stesso avviene nel processo tecnico e esecutivo dell'opera dove i materiali di recupero vanno a coprire, a mascherare una inabilità dettata da un disegno e una pittura fragile, come a nascondersi dietro un dito.
Posso affermare che la somma di ciò che sono, come artista ma soprattutto come individuo, siano in realtà la forza che da valore al mio lavoro, conseguenza del coraggio nel sfidare i propri limiti e andare oltre.
-Tecnica : tecnica mista, piante e disegni tecnici di geometri e architetti, circuiti elettrici, pigmento e acrilici applicati su legno
-Tiratura : 1/1
L'accelerazione del progresso tecnologico accresce la distanza tra i tempi e genera uno scarto di vedute e di mentalità creando un'antitesi. si ha cosi la compresenza di registri linguistici diversi e stratificati che trovano la loro degna rappresentazione. Qui le piante di geometri e architetti si confondono con gli schemi elettrici fino a costituire il piano uniforme su cui prendono corpo porzioni di vita passata, opportunamente dipinta. Una vita in netto contrasto con gli acetati delle planimetrie e dei circuiti elettrici, eppure , proprio in forza di questa distanza linguistica emerge una dimensione simbolica che unisce le parti.
La natura espressa dai contadini, il loro umanesimo attecchisce e cresce in un mondo sempre più dominato dall'industria tecnologica, assumendone in parte gli elementi artificiali.
La rappresentazione simbolica di una famiglia che sta migrando versi una destinazione che è più la ricerca sulla mia identità.
Nel pensiero, a posteriori, realizzo che vi è una mancanza nel saper mostrare le mie origini straniere.
Sono rappresentate persone, nelle loro fattezze, caucasiche.
Rifletto su questo punto e capisco come io mi relazioni con la società bypassando i vari stereotipi di razza e cultura e di come in realtà sia la società stessa a farti sentire "diverso". Questo è un problema cronico di tutte le seconde generazioni di origine straniera, come tutte le persone che non si sentono adatte in questo mondo.
Lo stesso avviene nel processo tecnico e esecutivo dell'opera dove i materiali di recupero vanno a coprire, a mascherare una inabilità dettata da un disegno e una pittura fragile, come a nascondersi dietro un dito.
Posso affermare che la somma di ciò che sono, come artista ma soprattutto come individuo, siano in realtà la forza che da valore al mio lavoro, conseguenza del coraggio nel sfidare i propri limiti e andare oltre.