opera
Floki
categoria | Pittura |
soggetto | Architettura, Astratto, Bellezza |
tags | |
base | 75 cm |
altezza | 75 cm |
profondità | 2 cm |
anno | 2020 |
Tecnica: Tessitura su pietra (incisione pneumatica)
Opera unica
Supporto: Granito "Neroassoluto"
"Floki" è il nome di un navigatore vikingo. Ho scelto questo nome perché l'ispirazione per quest'opera mi è venuta osservando e informandomi sulle vicende di questo popolo.
L'opera è stata creata, in principio, per esser parte di un progetto più ampio che vedrebbe quattordici opere, della stessa forma e dimensione di Floki, appese a due pareti che stanno una di fronte all'altra, come le pareti di un corridoio. Le pareti rappresenterebbero due drakkar ornati dei loro scudi e passarci in mezzo sarebbe come salutare i navigatori prima della partenza, secondo l'usanza sia vikinga che di molte culture marittime come anche le italiane Genova e Napoli. Questo si faceva perché non si sapeva se i navigatori sarebbero mai tornati. Il mare può essere insidioso.
Ho visto una connessione tra il viaggio per mare dei vikinghi, senza bussola e senza niente altro che la speranza, con il percorso di un artista che cerca nuove strade visive così come faccio io. E ogni nuova opera, ogni nuova mostra, sono sempre nuovi viaggi che non sai se avranno successo.
Ormai tutta la mia produzione è incentrata quasi esclusivamente su un unico materiale: il granito "nero assoluto". È una pietra bellissima, di un nero profondo; ogni mia opera nasce da questo vuoto che è come un universo in attesa del Big Bang.
Floki è stato ispirato dai vikinghi ma non è uno scudo vikingo; io non sono un vikingo e nemmeno uno storico, sono un artista.
Cerco connessioni tra le varie cose del mondo e del tempo e le elaboro secondo il mio punto di vista.
Floki è una composizione musicale, è un movimento di forme, è "tessitura su pietra", così come tutta la mia produzione.
Fa parte della serie "ingranaggi". Le opere di questa serie, come lascia intendere il nome, funzionano come orologi concettuali che scandiscono lo spazio anziché il tempo.
Le forme sono come ingranaggi che permettono il movimento di altre forme e che rendono l'opera dinamica rispetto all'ambiente in cui è inserita.
Opera unica
Supporto: Granito "Neroassoluto"
"Floki" è il nome di un navigatore vikingo. Ho scelto questo nome perché l'ispirazione per quest'opera mi è venuta osservando e informandomi sulle vicende di questo popolo.
L'opera è stata creata, in principio, per esser parte di un progetto più ampio che vedrebbe quattordici opere, della stessa forma e dimensione di Floki, appese a due pareti che stanno una di fronte all'altra, come le pareti di un corridoio. Le pareti rappresenterebbero due drakkar ornati dei loro scudi e passarci in mezzo sarebbe come salutare i navigatori prima della partenza, secondo l'usanza sia vikinga che di molte culture marittime come anche le italiane Genova e Napoli. Questo si faceva perché non si sapeva se i navigatori sarebbero mai tornati. Il mare può essere insidioso.
Ho visto una connessione tra il viaggio per mare dei vikinghi, senza bussola e senza niente altro che la speranza, con il percorso di un artista che cerca nuove strade visive così come faccio io. E ogni nuova opera, ogni nuova mostra, sono sempre nuovi viaggi che non sai se avranno successo.
Ormai tutta la mia produzione è incentrata quasi esclusivamente su un unico materiale: il granito "nero assoluto". È una pietra bellissima, di un nero profondo; ogni mia opera nasce da questo vuoto che è come un universo in attesa del Big Bang.
Floki è stato ispirato dai vikinghi ma non è uno scudo vikingo; io non sono un vikingo e nemmeno uno storico, sono un artista.
Cerco connessioni tra le varie cose del mondo e del tempo e le elaboro secondo il mio punto di vista.
Floki è una composizione musicale, è un movimento di forme, è "tessitura su pietra", così come tutta la mia produzione.
Fa parte della serie "ingranaggi". Le opere di questa serie, come lascia intendere il nome, funzionano come orologi concettuali che scandiscono lo spazio anziché il tempo.
Le forme sono come ingranaggi che permettono il movimento di altre forme e che rendono l'opera dinamica rispetto all'ambiente in cui è inserita.