opera
delle molteplicità
categoria | Scultura |
soggetto | Figura umana |
tags | scultura, oggetto |
base | 81 cm |
altezza | 96 cm |
profondità | 20 cm |
anno | 2019 |
DELLE MOLTEPLICITÀ – io porto la diversità nello spazio e nel tempo.
(grata di ferro da armatura per solaio, legno, conchiglie di vongole già cucinate e mangiate, oggetti [foto Malacarne giovane, fantoccio lana colorata, mignon Jack Daniel’s, scorpione, campanello, pietra lavica, gioielli]).
L’idea che mi porta ad assemblare l’opera che ho chiamato “DELLE MOLTEPLICITÀ “, questa macchina specchio, si basa sulla lettura delle quattro lezioni su Kant che Gilles Deleuze tiene nel 1978 presso Vincennes. In una delle lezioni Deleuze ricorda che: “… luci, colori, suoni ecc. sono le forme della manifestazione della diversità nello spazio e nel tempo“ e io aggiunsi d’impulso “io porto la diversità nello spazio e nel tempo“. Sempre Deleuze mi ricorda che ognuno di noi è un composto di sensazioni, come un’opera d’arte e che quindi le nostre essenze singolari eterne non sono altro che meravigliose composizioni di colori, di suoni, di sapori, di materia ecc. Dopo un periodo di riflessione passo all’oggetto-scultura, che decido di assemblare utilizzando questi materiali: alcune assi di legno per la base di sostegno, una bellissima grata di ferro di almeno 50 anni parte di un’armatura per solaio recuperata durante alcuni lavori di ristrutturazione, gusci di vongole già cotte e mangiate, 7 oggetti simulacro.
Ho utilizzato la sequenza numerica del matematico Fibonacci per calcolare la posizione dei sette oggetti simulacro inseriti tra gli spazi occupati dalle vongole. Per ottenere il necessario ritmo compositivo ho utilizzato anche 12 spazi vuoti.
(grata di ferro da armatura per solaio, legno, conchiglie di vongole già cucinate e mangiate, oggetti [foto Malacarne giovane, fantoccio lana colorata, mignon Jack Daniel’s, scorpione, campanello, pietra lavica, gioielli]).
L’idea che mi porta ad assemblare l’opera che ho chiamato “DELLE MOLTEPLICITÀ “, questa macchina specchio, si basa sulla lettura delle quattro lezioni su Kant che Gilles Deleuze tiene nel 1978 presso Vincennes. In una delle lezioni Deleuze ricorda che: “… luci, colori, suoni ecc. sono le forme della manifestazione della diversità nello spazio e nel tempo“ e io aggiunsi d’impulso “io porto la diversità nello spazio e nel tempo“. Sempre Deleuze mi ricorda che ognuno di noi è un composto di sensazioni, come un’opera d’arte e che quindi le nostre essenze singolari eterne non sono altro che meravigliose composizioni di colori, di suoni, di sapori, di materia ecc. Dopo un periodo di riflessione passo all’oggetto-scultura, che decido di assemblare utilizzando questi materiali: alcune assi di legno per la base di sostegno, una bellissima grata di ferro di almeno 50 anni parte di un’armatura per solaio recuperata durante alcuni lavori di ristrutturazione, gusci di vongole già cotte e mangiate, 7 oggetti simulacro.
Ho utilizzato la sequenza numerica del matematico Fibonacci per calcolare la posizione dei sette oggetti simulacro inseriti tra gli spazi occupati dalle vongole. Per ottenere il necessario ritmo compositivo ho utilizzato anche 12 spazi vuoti.