opera
H
categoria | Scultura |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | ladder, stairs, steps, joint, meet, meeting, love |
base | 60 cm |
altezza | 300 cm |
profondità | 7 cm |
anno | 2023 |
L’ASCESA È DISCESA
Due scale a pioli complementari verticali che si attraversano, l’una sale/scende l’altra.
Sia nella cultura mitologica/religiosa (come simbolo assiale) che in quella sociale, la scala rappresenta un moto di ascesa/discesa, i gradini alludono ai livelli/tappe di percorrenza verso uno stadio superiore od inferiore.
Nell’opera di Papi le due scale, una per salire, l’altra per scendere, si penetrano senza mai intersecarsi dimostrando un legame profondo seppur intangibile. L’opera ci porta a riflettere sulle dinamiche della diseguaglianza sociale in cui l’ascesa ad uno stato più agiato per qualcuno, comporta un invisibile discesa ad un livello inferiore di agiatezza per qualcun altro. Nella cultura neoliberista occidentale l’ascesa, in una scalata, è possibile esclusivamente sfruttando e calpestando i gradini inferiori fino a raggiungere la vetta della piramide sociale, e poiché la vetta è in grado di ospitare pochi soggetti, ogni qualvolta che un nuovo scalatore arriva al vertice, automaticamente qualcuno deve abbandonarlo usufruendosi di una scala più subdola.
Il titolo dell’opera “H”, deriva sia dalla forma grafica della lettera maiuscola, simile alla matrice fondamentale che compone una scala a pioli; sia dalla subdola funzione diacritica della lettera capace di cambiare il significato e la pronuncia di una parola pur essendo muta. La lettera “H” ha e dà valore esclusivamente in relazione con altre lettere così come, in una società, ogni individuo.
Due scale a pioli complementari verticali che si attraversano, l’una sale/scende l’altra.
Sia nella cultura mitologica/religiosa (come simbolo assiale) che in quella sociale, la scala rappresenta un moto di ascesa/discesa, i gradini alludono ai livelli/tappe di percorrenza verso uno stadio superiore od inferiore.
Nell’opera di Papi le due scale, una per salire, l’altra per scendere, si penetrano senza mai intersecarsi dimostrando un legame profondo seppur intangibile. L’opera ci porta a riflettere sulle dinamiche della diseguaglianza sociale in cui l’ascesa ad uno stato più agiato per qualcuno, comporta un invisibile discesa ad un livello inferiore di agiatezza per qualcun altro. Nella cultura neoliberista occidentale l’ascesa, in una scalata, è possibile esclusivamente sfruttando e calpestando i gradini inferiori fino a raggiungere la vetta della piramide sociale, e poiché la vetta è in grado di ospitare pochi soggetti, ogni qualvolta che un nuovo scalatore arriva al vertice, automaticamente qualcuno deve abbandonarlo usufruendosi di una scala più subdola.
Il titolo dell’opera “H”, deriva sia dalla forma grafica della lettera maiuscola, simile alla matrice fondamentale che compone una scala a pioli; sia dalla subdola funzione diacritica della lettera capace di cambiare il significato e la pronuncia di una parola pur essendo muta. La lettera “H” ha e dà valore esclusivamente in relazione con altre lettere così come, in una società, ogni individuo.